La grande Whirlpool fa paura «E se diventiamo doppioni?»

Preoccupati dalle possibili sovrapposizioni di linee e prodotti e dal perdurare della crisi del settore dell’elettrodomestico. Questo il sentimento che prevale tra i rappresentanti sindacali dello stabilimento di Cassinetta, dopo l’acquisto di Indesit da parte di Whirlpool.

«Siamo preoccupati perchè si tratta di due aziende che fanno gli stessi prodotti – afferma Matteo Berardi (Fiom Cgil) – sicuramente lo scenario cambierà, ma non è detto che sia positivo».

Per la Fiom il nodo è un altro: «Il settore dell’elettrodomestico, dopo quello dell’auto, è quello che ha sofferto maggiormente la crisi – prosegue Berardi – Il punto non è chi compra o chi vende, ma quali politiche industriali per il settore il Governo, che sta latitando, intenda mettere sul tavolo».

Senza il piano industriale non si possono dare giudizi compiuti sugli esiti dell’operazione Indesit e sull’impatto per Cassinetta: «Il nostro primo obiettivo è la tutela dell’occupazione – conclude il rappresentante della Fiom – purtroppo ci vuole poco a chiudere una linea e portarla all’estero. La nostra preoccupazione è legata alle sinergie e alle sovrapposizioni di prodotto».

Doppioni potrebbero sorgere anche a livello impiegatizio, nei vari uffici progettazione, marketing e vendite: una riorganizzazione sarà inevitabile.

«Da un lato questa operazione è un’opportunità soprattutto per il mercato europeo – commenta Tiziano Franceschetti (Fim Cisl) – dall’altro è inevitabile pensare a delle sovrapposizioni, ma finché non si conosceranno i dettagli dell’accordo è meglio non sbilanciarsi».

Il settore del bianco sta soffrendo la crisi: «In questo momento in Whirlpool stiamo vivendo di rendita grazie a Trento e allo stabilimento svedese – conclude Franceschetti – purtroppo l’elettrodomestico sta andando male, questo è il vero problema da risolvere».

«A oggi è difficile fare una valutazione precisa – sottolinea Chiara Cola (Uilm Uil) – il tema della sovrapposizione dei prodotti è reale ed è tutto da valutare».

© riproduzione riservata