Mais e animali hanno “sete. Anche il Varesotto a rischio

Dopo i monitoraggi sul territorio, la Coldiretti provinciale lancia l’allarme siccità per le nostre aziende

Fa caldo: ce ne siamo accorti tutti, coltivazioni comprese, che patiscono l’assenza di piogge. E così il caldo e la siccità che in questi giorni coinvolgono l’intera Penisola stanno provocando danni anche nel Varesotto: a lanciare l’allarme è la Coldiretti provinciale che, dopo un monitoraggio del territorio, svela come l’assenza di pioggia stia mettendo in crisi la produzione di mais.

Secondo l’associazione degli agricoltori infatti ad oggi è previsto sul mais un calo di produzione legato a circa un 20% del totale, rispetto alla norma. «Se la situazione climatica dovesse continuare ad essere così disastrosa — afferma il presidente di Coldiretti Varese, Fernando Fiori — i danni al mais aumenterebbero vertiginosamente. Questo clima secco sta mettendo in ginocchio gli agricoltori che non solo si trovano ad affrontare la morsa della siccità, ma che vengono danneggiati anche dai sempre più frequenti brevi temporali che hanno carattere di tempesta tropicale, con grandinate che distruggono i raccolti».

Non solo mais, anche il foraggio animale — continua la Coldiretti Varese — risente della sistematica assenza di piogge: in provincia, infatti, si è registrato un calo di resa del primo taglio dei prati a foraggio del 30%, mentre sul secondo taglio anche del 50%, con ricadute sull’allevamento. A testimoniarlo, , allevatore di Casciago: «Il caldo afoso delle ultime settimane ha ridotto la produzione di foraggio, in alcuni casi anche del 40% sul primo taglio, che è quello con cui si riempiono le stalle, con il rischio di avere difficoltà nel nutrire i nostri animali. Inoltre, è evidente nei bovini la sofferenza per le alte temperature: se la situazione non dovesse migliorare, lo stress potrebbe provocare un significativo calo nella produzione di latte, con la conseguente ripercussione sulla fattura dei formaggi».

Le perdite provocate dalla siccità, in Lombardia, ammontano a circa 90 milioni di euro — riferisce la Coldiretti —, i due terzi dei quali legati a predite produttive su mais e frumento, mentre il resto è diviso tra il calo nella produzione di latte, a causa delle alte temperature, e l’aumento dei costi energetici per le irrigazione, per la ventilazione e il raffreddamento nelle stalle.

«Occorrono misure efficaci e durature nel tempo — conclude Fiori — per affrontare un’emergenza che ormai ha perso il suo carattere di straordinarietà, come quella dei cambiamenti climatici che stiamo vivendo. La Coldiretti si sta battendo sul tema, e propone anche possibili soluzioni: come l’uso razionale di acqua, e la realizzazione di un piano che preveda l’utilizzo delle cave dismesse, che nella sola Lombardia sono 2.891, come riserva idrica».