Un buon amministratore di condominio? Norme, regole e consigli dal Vademecum

Il convegno - A Ville Ponti sono stati illustrati i compiti e le competenze per svolgere al meglio la mansione

L’amministratore non deve solo applicare le delibere dell’assemblea e curare l’osservanza del regolamento di condominio, ma anche sedare litigi e risse tra condomini. Ha un ruolo sociale nei confronti di quella microcomunità che è il condominio, per cui occorrono competenze specifiche che ieri mattina l’avvocato Gianfranco di Rago e il dottor Daniele Novara e il dottor Paolo Ragusa hanno spiegato al quinto convegno nazionale Aiac dell’amministratore di condominio che si è svolto alle Ville Ponti. Un incontro formativo organizzato dall’Associazione

Italiana Amministratori di Condominio con il patrocinio di Comune, Provincia e Camera di Commercio di Varese. I compiti dell’amministratore sono numerosi, complessi, delicati e non sono solo quelli indicati dagli articoli 1130 e 1131 del codice civile. Ad essi devono aggiungersi quelli eventualmente attribuiti dal regolamento di condominio, dall’assemblea, da leggi speciali e dalle norme generali del diritto.
Un amministratore si trova spesso a dover gestire situazioni conflittuali tra condomini, che possono sfociare in vere e proprie risse. Obiettivo del corso di formazione è stato quindi quello di fornire competenze specifiche per affrontare questi problemi dal punto di vista normativo, ma anche da quello psicologico e sociale. L’avvocato Gianfranco Di Rago, del Foro di Milano, ha fatto un’analisi giuridica del ruolo dell’amministratore nella gestione e nella prevenzione di situazioni conflittuali in condominio. Il dottor Novara e il dottor Ragusa hanno spiegato invece «Il manifesto del buon conflitto», uno strumento indispensabile per i nuovi amministratori di condominio. Un vademecum che analizza alcuni aspetti fondamentali della conflittualità e relativi luogo comuni. Non confondere il conflitto con la violenza: il primo si usa per affrontare l’ostacolo, la violenza per eliminare chi ti ostacola. Utilizzare il conflitto come antidoto alla violenza: se si ha imparato a saper gestire i momenti di crisi e di contrarietà non si avrà motivo di ricorrere alla violenza, né contro gli altri né contro te stesso. Non cercare il colpevole: è la forma più arcaica e primitiva di affrontare il conflitto che rischia di portare unicamente al rancore e alla vergogna. Imparare a so-stare nel conflitto è meglio che cercare subito la soluzione. Il conflitto nasconde tante informazioni che si possono esplorare. Questi sono solo alcuni punti de « Il manifesto del buon conflitto» analizzati ieri in occasione del l quinto convegno nazionale Aiac dell’amministratore di condominio, introdotto dal fondatore AIAC Antonio Mete, dal presidente nazionale AIAC Avv. Loredana Erroi e da Andrea Leta, presidente provinciale AIAC .