Varese, allarme per i tagli ai treni A rischio la linea da Luino a Milano

VARESE (c. fra.) L’appello lanciato due giorni fa da Giuseppe Biesuz, l’amministratore delegato di Trenord, ha scosso il mondo dei pendolari e dei ferrovieri anche a Varese. E la risposta del viceministro alle Infrastrutture Roberto Castelli non ha certo tranquillizzato né i sindacati né il comitato pendolari Milano Varese. La razionalizzazione, necessaria soprattutto in vista dei minori trasferimenti statali promessi dalla finanziaria, per quanto riguarda la nostra provincia si farà sentire soprattutto sulla linea che collega Luino a Milano.

Quello di Biesuz è stato un allarme, un messaggio ben definito verso Roma per tentare di evitare tagli troppo pesanti alla neonata Trenord, società che ha unito Ferrovie Nord e Trenitalia in Lombardia, partita solo a maggio, ma che rischia già di ritrovarsi con l’acqua alla gola. La colpa, come sempre nelle ultime settimane, è della manovra finanziaria in via di approvazione che, con i tagli previsti ai trasferimenti agli enti locali, potrebbe lasciare Trenord con 20 milioni di euro in meno a disposizione per il 2012. Biesuz paventa quindi, se non cambierà il testo della manovra, il taglio di un treno su due, oltre a 1.500 posti di lavoro a rischio in tutta la regione.

La risposta di Castelli non si è fatta attendere: «che il trasporto pubblico cammini sulle sue gambe. In Inghilterra la stessa corsa costa quattro volte quanto la si paga da noi».

Varese non sarebbe immune ai problemi causati dai tagli, ma sindacati e pendolari, prima di protestare, vogliono vedere come andrà a finire questo rimpallo tra Roma e Milano. «Non c’è ancora nulla di ufficiale – dice Aldo Paulotto di Uil Trasporti – e la Regione ogni anno minaccia tagli di personale e di servizio sul trasporto pubblico. Che finora sono stati molto meno drammatici dei primi annunci». Ma se la manovra non cambia, conviene Paulotto, una razionalizzazione sarà necessaria, e nella nostra provincia la tratta che rischia di più sembra essere la Luino-Milano. Perché è la meno frequentata, ma anche quella messa peggio come infrastrutture e parco macchine.

Lo conferma Franco Metta del comitato pendolari Varese-Milano: «in generale, nella nostra provincia, il parco macchine e le infrastrutture delle tratte “ex Trenitalia” sono quelli messi peggio. Per questo i tagli e gli annunci fatti da Biesuz ci preoccupano: se la razionalizzazione dei costi si tradurrà in minor manutenzione, ad esempio, allora non c’è speranza di un miglioramento del servizio». E pensare che i pendolari varesini sono molto meno esigenti dei loro colleghi europei: «la maggioranza di noi può tollerare cinque o dieci minuti di ritardo – dice Metta – la rabbia però esplode quando in un mese si verificano vari ritardi superiori a sessanta o novanta minuti. E se la manutenzione diminuisce sarà una conseguenza inevitabile».

s.bartolini

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