Busto, Giulio Cavalli agli studenti «La mafia è tra noi, combattiamola»

BUSTO ARSIZIO Gli anticorpi alla mafia e all’illegalità bisogna crearli da giovani. Ne sono convinti al liceo artistico Candiani, dove da qualche mese vengono programmati appuntamenti con i protagonisti della lotta alla criminalità organizzata.

Ieri mattina, al teatro Sociale, gli alunni delle classi terze, quarte e quinte hanno incontrato Giulio Cavalli, attore, scrittore e consigliere regionale fortemente impegnato contro la cultura dell’illegalità, tanto che dal 2009 è costretto a vivere sotto scorta: «Sono molto arrabbiato con i lombardi – ha detto Cavalli ai 550 studenti presenti – Sono stati troppo zitti quando la mafia faceva i suoi affari sul territorio. Le sentinelle, cioè coloro che dovevano vigilare, non hanno reagito come avrebbero dovuto. Se la mafia è riuscita a fare così tanti soldi pure da noi è anche per colpa dell’indifferenza dei cittadini del Nord, perché i mafiosi hanno fornitori, clienti e, qualche volta, anche la complicità dei funzionari nei Comuni che hanno permesso loro di portare avanti i loro affari».

Occorre dunque superare la tentazione dell’indifferenza, terreno fertile per qualsiasi azione della criminalità organizzata. Ma come farlo concretamente? «A voi tocca quest’opera di “antiracket culturale” – ha spiegato l’attore ai ragazzi del Candiani – Dovete cercare di essere curiosi, di informarvi, di interessarvi alla politica, alle delibere adottate nel vostro Comune. Altrimenti la mafia condizionerà sempre di più la vostra vita di ogni giorno, a Busto Arsizio non meno che a Corleone o a Platì. E quando cercherete un lavoro, verrete superati inevitabilmente da chi di soldi ne ha troppi e cerca un modo per nasconderli: costruendo case che non vengono vendute o supermercati talmente vicini ad altri da non poter pensare di avere clienti. Situazioni che vediamo quotidianamente nelle nostre città».

Essere vigili e attenti, dunque, per evitare che, grazie al silenzio e alla colpevole accondiscendenza, Cosa Nostra e ‘ndrangheta riescano sempre più a condizionare le nostre vite e le nostre scelte. «Quando intervengono polizia e magistratura è già troppo tardi – sottolinea Cavalli – Essere indifferenti non è solo eticamente sbagliato, ma anche incostituzionale. Spero arrivi presto il giorno in cui nessuno mi domanderà più “Chi te l’ha fatto fare?”».

Francesco Inguscio

s.affolti

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