Renzi: 80 euro alle nuove mamme

Il premier da Barbara D’Urso: dal 2015, il bonus durerà e lo daremo a tutte le donne che fanno un figlio. «Le Regioni sono arrabbiate per i tagli? Gli passerà. Se non facciamo tutti uno sforzo non c’è futuro»

Matteo Renzi non ha mai fatto mistero di preferire le trasmissioni popolari – populiste per i critici – ai convegni paludati. Per la seconda volta, dopo che «la prima, poco prima delle Europee, mi ha portato fortuna», il premier ieri si è seduto nel salotto di Barbara D’Urso a «Domenica live». E l’occasione è ghiotta per un annuncio che arrivi dritto nelle case degli italiani. O, come dice la conduttrice, a casa della «comare Cozzolino». I 500 milioni,

destinati dalla Legge di stabilità alle famiglie, finanzieranno «un bonus di 80 euro alle neo-mamme per i primi 3 anni». Alla vigilia dello sbarco della Legge di stabilità in Parlamento, il presidente del Consiglio sceglie una trasmissione cult della domenica pomeriggio, sulla rete ammiraglia di Mediaset, per difendere il valore espansivo della manovra e ribadire la sua determinazione a fare le riforme, «ultima occasione per far tornare l’Italia a fare l’Italia». «Sono arrabbiati un po’ tutti: Regioni, sindacati, magistrati – ammette sottolineando la lotta alle molte resistenze – io, certo, non ho la verità in tasca ma il governo non è un giocattolino: noi siamo al governo da 8 mesi e, o tutti facciamo uno sforzo insieme restituendo i soldi ai cittadini o non c’è futuro». In cima alla lista delle proteste, ma solo in ordine di tempo, ci sono le Regioni sugli scudi per i tagli previsti dalla manovra. In settimana il governo le incontrerà, ma certo Renzi non sembra più di tanto preoccupato a trovare una mediazione: «Le Regioni sono arrabbiate? Gli passerà con calma», sostiene, insistendo, invece, che «per la prima volta una manovra taglia 18 milioni di tasse». «Siccome per vent’anni hanno sempre pagato le famiglie, ora se iniziamo a fare un po’ di tagli ai ministeri e alle Regioni, non è che si possono lamentare», dice attirandosi uno dei vari applausi del pubblico con il quale il premier si intrattiene per qualche selfie prima dell’ingresso nello studio.
L’ospitata è però l’occasione per rassicurare i cittadini che la scure agli enti locali non si trasformerà in tasse o meno servizi. «È una vergogna solo dire che ci saranno tagli alla sanità», si inalbera l’ex sindaco, garantendo che i servizi delle Asl per anziani che «soffrono di demenza senile» o per malattie terribili come la Sla non diminuiranno ma «ci sono spese che tranquillamente si possono tagliare». L’annuncio ad effetto è, però, il bonus dal primo gennaio per le neo-mamme. Barbara D’Urso è preoccupata perché a causa della crisi nascono molti meno bambini in Italia. Renzi condivide. E svela un aspetto inedito della Legge di stabilità: «Daremo gli 80 euro non solo a chi prende meno di 1.500 euro al mese ma anche a tutte le mamme, che fanno un figlio, per i primi tre anni».
Nuovo applauso della platea ma non di Matteo Salvini che, senza giri di parole parla di «presa in giro» anche se fu proprio il centrodestra a varare il bonus bebè.
In quasi un’ora di intervista, il premier tocca tutti i temi «sensibili» per la vita quotidiana delle persone a partire dalle riforme della Pubblica amministrazione e della giustizia, «priorità per semplificare la vita dei cittadini e attrarre investimenti esteri».
Quanto alla manovra, oltre alla «soluzione saggia» di lasciare decidere ai cittadini se chiedere l’anticipo del Tfr, Renzi evidenzia come con i 6 miliardi di taglio dell’Irap si riducono le tasse per gli imprenditori e «mettiamo a dieta lo Stato». Tutte riforme, inclusa quella per il riconoscimento alla tedesca delle unioni civili, che il premier vorrebbe fare a passo di carica.
«Se potessi farle da solo sarebbero già fatte entro dicembre ma non siamo in una dittatura», conclude alludendo alle discussioni e ai rinvii dovuti ai tempi del Parlamento.