Minaccia o dovere? Il caso profughi divide

Il caso - Varesotto diviso dopo l’altolà leghista. Bianchi: «Nessuno spazio». Cavallin: «Solo insieme si può»

– Nuova ondata di profughi, qui non passeranno: «L’ultima parola sui luoghi pubblici spetta ai sindaci. E quella dei sindaci leghisti sarà sempre no». Non lascia spazio alle interpretazioni il sindaco di Morazzone e segretario provinciale del Carroccio, che appoggia senza remore la linea dettata ieri dal numero uno della Lega Lombarda rispetto ai quattromila nuovi richiedenti asilo che il Viminale ha assegnato alla Lombardia.
«Nei Comuni amministrati dalla Lega Nord non li vogliamo –

garantisce Bianchi – la norma prevede che sia in capo ai sindaci la possibilità di destinare luoghi pubblici all’accoglienza dei richiedenti asilo, perciò i sindaci della Lega non metteranno a disposizione alcun tipo di spazio. Sfido poi qualsiasi incaricato del ministro Alfano a venire nei nostri Comuni a requisire palestre, appartamenti o strutture comunali». Del resto, fino ad oggi nelle realtà a guida leghista, da Samarate a Castronno e Gazzada, sono solo le strutture private ad essere state aperte all’accoglienza dei migranti. Saranno questi centri a finire nel mirino dei presìdi che il leader del Carroccio ha preannunciato l’altra sera a Somma Lombardo, come proposta da portare al raduno di Pontida.
«Più degli albergatori, dei quali condanniamo le scelte ma tenendo conto che magari non riescono a mandare avanti le proprie attività per la crisi e per le troppe tasse – ragiona Bianchi – il vero scandalo su cui puntare il dito sono quei privati cittadini che mettono a disposizione appartamenti e villette sfitte per esclusivo scopo di lucro, senza curare agli interessi della comunità in cui vivono ma guardando unicamente al loro portafoglio. Sono tanti anche in provincia di Varese». È nei confronti di questi spazi di accoglienza che andrà ad indirizzarsi la mobilitazione lanciata da Salvini: «Sensibilizzeremo per liberare questi spazi, dove i profughi fanno capannello e iniziano a disturbare i cittadini».