I luoghi più suggestivi dipinti con la poesia dei colori e delle forme di Ettore Liuzzi

Verrà inaugurata domani, sabato 13 maggio alle 17 a Brinzio, l’esposizione del grande pittore

Un ritorno poetico e artistico quello del pittore Ettore Liuzzi (Pola, Istria, 1926 – Varese 2015) nella “sua” Brinzio, tra i boschi e le case che ha ritratto nelle sue tele. A due anni dalla sua scomparsa, al Museo della Cultura Rurale Prealpina, la mostra “Scorci e luoghi cari nella pittura di Ettore Liuzzi” – che sarà inaugurata il 13 maggio alle 17 e sarà aperta fino al 28 maggio tutti i venerdì, sabati e domeniche – celebra le opere del pittore Liuzzi.

«Ci sono molte ragioni per tornare, soprattutto nei luoghi familiari. Un nostos dunque, un canto del ritorno là dove ci si è sentiti a casa» spiegano i figli Paola, Carmelina, Elisa e Umberto Liuzzi, primi estimatori dell’opera paterna che hanno voluto realizzare una mostra «per ricordare nostro padre e per accontentare gli estimatori della sua pittura perché a Brinzio nostro padre aveva dipinto diversi quadri e ha realizzato diverse personali, intessendo una trama di relazioni profonde e significative».

Ettore Liuzzi, nativo di Pola classe 1926, si era trasferito da fanciullo a Venezia e poi negli anni Quaranta a Solbiate Arno e amava la terra del Varesotto, che spesso ha ritratto nelle sue opere.

«Qui ha vissuto la sua storia, qui ha appreso l’arte della pittura dal maestro Umberto Amedeo Solaro della scuola di Brera e ha iniziato nel 1954 ad esporre le sue opere, ottenendo, negli anni, importanti riconoscimenti» spiega ancora la figlia Elisa Liuzzi.

Il suo amore per la sua terra d’adozione si traduceva in «Immagini varesine che ha proposto in varie personali e che oggi sono conservate in collezioni private anche all’estero. Con attenta sensibilità ha saputo scrutare i molteplici paesaggi della nostra provincia per coglierne l’intima essenza e restituirne il palpitare segreto».

La scelta di Brinzio per la mostra è doppiamente significativa; «Brinzio ricopre un posto speciale: sarà l’amenità del paesaggio, o ancora l’accoglienza amichevole della sua gente, ma è qui evidente quella felicità visiva, di cui ha parlato Fabrizia Buzio Negri».

In mostra, tra le oltre cinquanta opere esposte ed appartenenti a periodi diversi, i suoi temi più ricorrenti: il ponte, l’albero, il sentiero che smettono di essere semplicemente materia, per reinventarsi in una «pennellata emozionata che è riuscita a catturarne la suggestione figurativa. Sulla sua tavolozza i gialli, i verdi e i rossi ora si fondono in calde atmosfere estive, ora si sospendono nella rarefazione infreddolita dell’inverno per rispuntare timidi e ostinati nel risveglio primaverile». I quadri che Ettore Liuzzi ha realizzato a Brinzio sono il primo passo di un’antologica

che si costruirà passo dopo passo, attraverso un percorso tematico. Non solo Brinzio, i figli dei Liuzzi intendono realizzare altri “ritorni” delle opere paterne al luogo natio di ispirazione come i soggetti dei laghi varesini e del Sacro Monte «Altri oli, acquerelli e acqueforti, quelli dei laghi e del Sacro Monte, attendono anch’essi di fare il loro ritorno, come i laghi con l’elemento dell’acqua che l’ha sempre conquistato».