Il filtro magico della poesia di Antonella Visconti

L’autrice varesina presenterà “Dodici Luoghi Comuni” alla Piccola Fenice di Silvio Raffo

Al centro culturale La Piccola Fenice, di via Caracciolo 36, sarà presentata, la raccolta poetica “Dodici luoghi comuni scritta|detta|performata” (abrigliasciolta), della professoressa e poetessa Antonella Visconti, giovedì 4 maggio, alle 21.

Si tratta di una intensa serata di poesia in cui i versi della poetessa si intrecceranno con alcuni spunti biografici, dato che fu proprio il poeta Silvio Raffo, professore della Visconti a suggerirle la strada per la scrittura poetica. «Antonella Visconti è stata mia allieva in una classe che annoverava personaggi interessanti, come Laura Branchini e Luca Traini, oggi figure di spicco del panorama creativo varesino» spiega Silvio Raffo: «era una classe veramente d’eccezione tanto che, quando realizzai il primo Zibaldone di poesia del primo concorso poetico al Liceo Classico Cairoli, Visconti, Branchini e Traini, tre compagni di classe, arrivarono in finale».

Si trattava del primo concorso di poesia del Cairoli, nel 1984, e già allora il professor Raffo aveva saputo intercettare lo spirito poetico dell’allieva. Ecco le sue parole, tratte dal fascicolo battuto a macchina: “La pregevolezza del dettato poetico di Antonella Visconti risiede principalmente nella modernità delle immagini, allusive e rapidissime. Un filtro magico, fiabesco segmenta zone d’ombra e di luce con effetti di disorientamento per la singolare commistione d’ingenuità e crudezza”.

“Scrivere poesie a sedici, diciotto anni – si legge ancora nello “Zibaldone del Cairoli” – può essere considerato fenomeno quasi comune, strumento di espressione e confessione solitaria, sfogo di un’esuberanza gioiosa o malinconica. È sempre, in ogni caso, attività creativa e perciò stesso nobile o perlomeno da annoverarsi fra i doni più belli di un’età spesso difficile».

«Dopo il liceo Classico Antonella Visconti si iscrisse alla facoltà di Lettere» ricorda il professor Raffo «e con successo iniziò la sua carriera di insegnante a cui era sicuramente votata sin dalla nascita, essendo estremamente accurata, puntigliosa e, al tempo stesso, estrosa. Si dedica oggi, come fecero, al Cairoli, Anna Bonomi e Pinuccia Soru, all’insegnamento del teatro a scuola, un’altra sua passione antica che aveva coltivato, già sul finire degli anni Ottanta, con uno spettacolo dedicato alla “Cantatrice calva”, sulla scia dello spettacolo a cui avevamo assistito a Parigi, in gita scolastica».

Il suo cammino poetico è mutato nel tempo?

«Trovo la sua una poesia multiforme, caleidoscopica come la sua personalità. Nelle poesie scritte ai tempi del liceo sottolineavo una componente squisitamente crepuscolare che nel tempo si è evoluta. Una tra le sue poesie che preferisco è “Margherita”, dedicata a sua figlia e pubblicata nel volume “Oltre il limite” di Gemma Rara».

Non trova che Antonella Visconti sia poetessa troppo riservata?

«Ritengo la riservatezza di Antonella una dote pregevole, da apprezzare, soprattutto in un clima di voci poetiche purtroppo non sempre valide, mentre la sua poesia spicca con una bellezza malinconica e ironica, al tempo stesso».