«È riuscita a distruggermi la vita. Ha vinto lei, vi chiedo perdono»

Omicidio di Laveno - I retroscena dell’arresto di Scapolo dopo l’uccisione della moglie

– È stato ascoltato questa mattina dal gip di Varese in sede di interrogatorio di convalida Roberto Scapolo, 46 anni, agente di commercio di Laveno Mombello, arrestato sabato mattina con l’accusa di aver ucciso la moglie Loretta Gisotti, 54 anni.
L’uomo si è costituito subito dopo l’omicidio avvenuto nell’abitazione di via Friuli affittata dalla coppia 5 anni fa. Scapolo è reo confesso. Ieri tuttavia si è avvalso della facoltà di non rispondere. Non per reticenza, ma perché Paolo Bossi, avvocato difensore di Scapolo, aveva ricevuto gli atti poco prima dell’interrogatorio. «Studierò le carte – ha detto Bossi – non è escluso che potremmo chiedere di essere sentiti dal pubblico ministero più avanti. Il mio assistito ha in ogni caso già reso ampie dichiarazioni». Scapolo ha confessato sabato mattina ricostruendo tutto.

La coppia era scoppiata e l’uomo aveva passato l’inverno a casa dei genitori e aveva affittato un appartamento a Samarate. Sabato mattina avrebbe dovuto accompagnare l’ormai ex al mare, nella casa che avevano vicino a Piombino. Lui sarebbe tornato domenica dopo aver fatto alcuni lavori di riparazione. Sveglia alle 5.30. E la vittima, stando a quanto dichiarato ai carabinieri, avrebbe immediatamente iniziato ad insultarlo. Sminuendolo e umiliandolo come era accaduto, stando a Scapolo, in tutti i 20 anni di matrimonio.

Lui avrebbe visto nero per pochi minuti. Afferrato il martello ha colpito tre volte la vittima alla testa.
La donna è caduta sul pavimento con la faccia rivolta in avanti. Scapolo le ha stretto le mani intorno al collo. Quindi ha coperto il corpo con un lenzuolo, in un gesto di pietà dopo aver recuperato lucidità, e ha chiuso i due cani di famiglia in un’altra stanza per evitare che si avvicinassero al cadavere. Quindi ha chiamato i carabinieri, ha preso l’auto e si è andato in caserma.

Scapolo ha agito in preda ad un raptus, ne sono convinti gli inquirenti. Non un violento, un uomo mite, lavoratore, che voleva andarsene da una donna che a suo dire lo aveva vessato sino all’esasperazione e che lo minacciava «se mi lasci ti riduco sul lastrico». Un uomo piegato da quel rapporto. Vinto. Un uomo che è esploso. Agli inquirenti dopo aver confessato tutto (ogni parola ha trovato riscontro nelle indagini) ha mormorato: «Ha vinto ancora lei. Alla fine è riuscita a distruggermi la vita». Un uomo distrutto che ha chiesto perdono in lacrime per l’accaduto durante la confessione. Un uomo che non ha mai maltrattato la moglie, che ha perso la testa cedendo a una violentissima quanto non giustificabile follia temporanea. Il gip ha convalidato l’arresto. Scapolo resta ovviamente in carcere.