Bus e treno, stesse critiche “E’ una stangata assurda”

VARESE «Che stangata». «Che botta». «Che spennata». Ieri, tra le fermate del bus e le stazioni, non si sentiva parlare d’altro che dello «sproporzionato» aumento del biglietto dei mezzi pubblici. Una manovra decisa dalla Regione a fronte dei tagli delle risorse del settore. Il biglietto dell’autobus è passato da 1.05 a 1.20 euro. Per quanto riguarda il trasporto ferroviario, sia sulle Fs che sulle Nord, è stato registrato un aumento del 10%. «Sono scandalizzata – dice Carolina Fumagalli 

– La cosa più brutta è che il cittadino non può ribellarsi, se non andando all’ufficio reclami per dare voce al proprio malcontento. Quello che è sicuro è che in questo modo si penalizza sia l’utente che l’ambiente. Manca una politica seria e razionale che sappia affrontare la mobilità sostenibile. Tra l’altro, il prezzo del biglietto è ingiustificato per una città delle dimensione di Varese. A Milano, con un euro, si coprono chilometri su chilometri in metropolitana». «Sono misure che vanno accettate a denti stretti – afferma Silvana Carenzi – Si cerca di tamponare prendendo gli abbonamenti che, però sono aumentati anche loro».
Nello specifico, per chi prende l’autobus, il settimanale è lievitato da 8.10 a 8.90 euro, il mensile feriale da 25.50 a 28 euro e il mensile con festivi da 29.50 a 32 euro. Tutto il giorno, alla ricevitoria della Tuv ci sono state lamentele.  «Io non sono d’accordo con questi aumenti – dice Katerina Papageorgiou – Lo stato in questo modo si approfitta di chi ha meno possibilità di spendere».
E adesso veniamo ai “forzati dei binari”. Per andare da Varese a Milano in treno, il biglietto è passato da 4.20 a 4.70 euro con le Nord, da 4.60 a 5.20 con le Fs. «Un aumento che pesa particolarmente a fronte di ritardi dei treni e della sporcizia dei sedili – spiega Jessica Guerra, utente delle Fs – Mi è capitato di viaggiare con mio figlio piccolo senza che fosse disponibile un bagno, insieme ad ubriachi e senza nessuno a vigilare». «Tutte le volte che prendo il treno devo mettere in conto un ritardo – continua Alan Cervini alle prese con una erogatrice automatica di biglietti con la tastiera rotta – A fronte dei disservizi questi ritardi sono inconcepibili». «Se almeno i treni fossero in orario pagheremmo più volentieri» dice Stefania Cianni.  Il malcontento dilaga anche alle Nord: «Per un pendolare questi aumenti si traducono in 80 euro in più spesi ogni anno, di contro lo stipendio rimane sempre lo stesso – conferma Francesca Zanin – Almeno avrebbero dovuto aumentare le corse, invece all’orizzonte si vede solo un ulteriore aumento del 10% del biglietto che arriverà a maggio». «Io, fortunatamente, prendo il treno solo una volta ogni tanto – racconta Giovanni Triponi – Mi metto però nei panni dei pendolari che viaggiano tutti i giorni e che si trovano a dover spendere sempre più soldi per il trasporto».
Il problema è che non ci sono alternative. Di conseguenza nessuno pensa di modificare le proprie abitudini di viaggio, se non andando a piedi per le tratte più brevi. «Anche l’autostrada è aumentata e va a finire che, in qualsiasi modo si viaggia, si finisce per spendere troppo» conferma Jonathan Pinotti. «Noi dobbiamo spendere 15 centesimi in più per arrivare da Bizzozero alla stazione e poi il 10% in più del biglietto per salire sul treno. Una follia» dicono i fratelli Martina ed Emanuele Finocchiaro.
Adriana Morlacchi

s.bartolini

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