L’Università si internazionalizza e fa scuola alle imprese varesine

L’International Practicum si propone di educare alla managerialità e di aprire al mondo le aziende lombarde

Sono stati presentati ieri i risultati della seconda edizione del progetto “International Practicum”, nato nel 2013 su iniziativa del Dipartimento di Economia dell’Insubria. Il progetto si propone di educare alla managerialità e all’imprenditoria internazionale, a sostenere l’internazionalizzazione delle imprese lombarde e vede l’Università fare da ponte.

Ad essere coinvolte, quest’anno, sono state le Università di Liverpool (Regno Unito), Ostrava (Repubblica Ceca), Kharkiv (Ucraina) e Tbilisi (Georgia). una selezione di piccole e medie imprese lombarde e i ragazzi vincitori del bando. Gli studenti dell’Insubria e i loro colleghi stranieri hanno elaborato piani e analisi di mercato e lanciato proposte di modelli di business e marketing finalizzati all’inserimento delle imprese lombarde nei vari mercati esteri.

«Il progetto è stato un successo – ha affermato il rettore dell’Insubria, Alberto Coen Porisini – siamo alla terza edizione e in continua per partecipazione di nuovi studenti e nuove università. Questo progetto è un’ottima opportunità per tutti, studenti e imprese». Dello stesso parere il direttore del Dipartimento di Economia, il professor Matteo Rocca. «Cuore dell’internazionalizzazione del nostro dipartimento, questo progetto mette insieme imprese e relazioni internazionali e dà, con successo,la possibilità ai nostri studenti di confrontarsi con l’estero».

«Quella imboccata dal progetto International Practicum», sottolinea Coen Porisini «è la strategia vincente per riuscire a coniugare l’esperienza didattica dell’Ateneo con il sistema produttivo varesino, con in più l’apertura alle realtà economiche emergenti dell’Est Europa». Non a caso nuovo partner del progetto per il 2017 sarà il Kazakhstan. Qui infatti si terrà l’EXPO 2017 sull’energia e Astana, la capitale del paese è una Smart City.

Diversi gli ospiti presenti nell’Aula Magna dell’Insubria, tra cui due ministri georgiani, a riprova dell’importanza e della risonanza dell’International Practicum. Tra essi anche la giornalista de Il Sole24 Ore e speaker radiofonica di Radio 24, Anna Marino, che da anni si occupa di questi temi. «Per la mia esperienza posso affermare che giovani e imprenditori condividono la stessa preoccupazione: il futuro. L’Insubria sta dando futuro. Avete colto i due elementi fondamentali che rendono un’azienda vincente, ovvero il lavoro in team e l’internazionalizzazione. Giovani e imprese hanno un bisogno vitale l’uno dell’altro. Lo scambio con l’estero, fatto di esperienze, cultura e strategie di impresa e marketing oggi è tutto».

Della stessa opinione anche la professoressa Patrizia Gazzola, che insieme alla collega Roberta Pezzetti, coordina il progetto: «”Internazionalizzazione” è la chiave. Molte imprese locali non sono ancora pronte a questo e hanno bisogno delle idee e della mentalità dei nostri studenti». E gli studenti sono d’accordo. «Ho imparato quanto sia importante il valore della condivisione quando si lavora in un team. Interazione costante e scambi portano a risultati più solidi – spiega Matteo Niada, uno degli studenti che ha preso parte al progetto di quest’anno.

«L’International Practicum ci ha permesso di metterci in gioco a 360 gradi. Abbiamo lavorato come “piccoli consulenti” sviluppando strategie ad hoc per essere competitivi» aggiunge la sua collega, Ichrak Hafid. «Questa bella esperienza ci ha permesso di lavorare nel concreto, ci ha fatto conoscere culture diverse e creare nuove amicizie» è il commento di Giada Riva, giovane Practicum. Sulla stessa lunghezza d’onda dei ragazzi il rettore, che osserva come «l’Università, oggi, non può più arroccarsi in un fortino ma deve interagire con il suo territorio e con il resto del mondo. Noi formiamo giovani adeguati al XXI secolo».