Gianluca resta in coma. L’Italia continua a sperare

I medici l’hanno svegliato ma una crisi respiratoria lo tiene ancora attaccato alla macchina

– « è uscito dal coma e respira autonomamente. Alla domanda “Gianluca adesso ce ne andiamo a casa?” ha fatto cenno di sì con la testa».

Poco prima delle 9 di ieri mattina , fratello di Gianluca, 36 anni di Venegono Inferiore, aggredito e rapinato mentre si trovava in vacanza nel sud-est asiatico e da una settimana ricoverato in gravi condizioni al Bangkok Hospital di Udon Thani, aveva scaldato il cuore dei migliaia di utenti del gruppo Facebook Aiutiamo Gianluca-Il Digio, nato per raccogliere fondi per sostenere le costosissime cure ospedaliere alle quali il trentaseienne viene sottoposto e per sostenere i costi del futuro trasporto in Italia di Di Gioia.

Già nella giornata di domenica si era creata molta attesa. La notizia che ieri mattina i medici thailandesi avrebbero fatto un terzo tentativo di far uscire Digio dal coma aveva spinto molti a sperare e pregare che tutto andasse bene. «Forse sapremo quando il Digio potrà finalmente tornare a casa da noi», aveva detto Luca , amico fraterno di Di Gioia, creatore del gruppo Facebook e “collegamento” con i familiari di Gianluca volati immediatamente in Thailandia non appena appreso quanto accaduto.

L’annuncio del fratello del venegonese ieri mattina aveva scatenato la gioia degli utenti del gruppo. Gioia che però, nel primo pomeriggio, si è sciolta di nuovo nella paura. «Dopo la bella notizia di questa mattina è con mio grosso dispiacere dovervi informare che il nostro Luca ha avuto una grossa crisi respiratoria pertanto è stato nuovamente attaccato alla macchina. Il nostro e vostro abbraccio dev’essere più forte che mai», ha scritto in un post il fratello di Digio intorno alle 15 di ieri. Una doccia gelata: «impossibile per ora – spiega Labollita – capire quando potremo riportare Gianluca a casa».

Intanto continua la raccolta fondi per sostenere le spese ospedaliere. «Andremo avanti sino a quando non sapremo che Gianluca non potrà rientrare a casa», spiega Labollita. In pochi giorni con centinaia di donazioni da tutta Italia sono stati raccolti oltre 100mila euro. Denaro che servirà per pagare il trasporto in Italia di Di Gioia. Le spese ospedaliere ammontano invece a circa 3mila euro al giorno. In Thailandia si paga ogni prestazione medica ricevuta e le cure di Digio sono di alto profilo. «Quindici giorni di ricovero – spiega Labollita – costano circa 40mila euro». La raccolta fondi continua. Per donare: IBAN: IT08N0305801604100571302038 Di Gioia Salvatore Sirimarco Fabiana.