«Io dico no ai migranti. Ma li voglio conoscere»

Cuveglio: lo spunto di Emanuele Mattana: «Incontriamoli. Poi valuteremo»

Come sempre in queste circostanze, continua a far discutere, soprattutto sui social network, l’arrivo di una trentina di migranti richiedenti asilo sul territorio comunale di Cuveglio e che sono stati sistemati nella struttura conosciuta come La Cupola, in via Provinciale, posta sotto sequestro lo scorso febbraio per delle irregolarità sulla natura dell’attività svolta. Ma proprio da Facebook arriva una proposta nuova, per cercare di affrontare il problema dell’immigrazione da un punto di vista diversa.

Ad avanzarla è un cittadino cuvegliese , noto per la sua attività artistica di sceneggiatore e regista di film di genere horror, che, a scanso di equivoci, si dice nettamente contrario alla presenza dei trenta migranti in paese; si tratta di adulti, di età compresa tra i venti e i trent’anni, provenienti prevalentemente da Siria, Mali e Nuova Guinea.

«Trenta richiedenti asilo maschi – premette Mattana – il Comune non c’entra probabilmente, perché costretto dai “poteri forti”, ma nemmeno questi migranti hanno colpa di essere qui». L’amministrazione comunale sta intanto valutando se far svolgere agli ospiti dei lavori socialmente utili di volontariato per le vie e i parchi di Cuveglio, come fanno quasi tutti i Comuni che accolgono sul loro territorio dei richiedenti asilo politico; la proposta del cittadino cuvegliese va però oltre questi aspetti. «Non sono stati questi migranti a scegliere Cuveglio, questo è sicuro – prosegue Mattana – sono persone anche loro, viste come “beni d’acquisto” da chi ne trae vantaggio sbattendoli da una parte all’altra; marionette pilotate per far girare l’economia con la scusa di voler integrare».

Ma chi sono queste persone giunte a Cuveglio nei giorni scorsi? Che storia hanno alle loro spalle? Cosa fanno le loro famiglie? «Vorrei proporre al Comune di saperne di più di questi migranti – spiega il cittadino – perché non si organizza un incontro pubblico con loro in una sede come può essere la scuola in cui si presentano e raccontano qualcosa di loro stessi? Ci aiuterebbe a capire di più sul loro passato, sulla loro provenienza e sul perché hanno abbandonato la loro terra».

Un approccio diverso insomma al problema, coinvolgendo tutti i cittadini di Cuveglio. «Sarebbe un contatto differente, un approccio di conoscenza reciproca – afferma Mattana – altrimenti tutto continuerà a restare nel calderone del pregiudizio e dello scontro politico sociale. Saranno le persone più brave e buone al mondo, ma come noi non conosciamo loro, così loro non conoscono noi; chiediamo loro anche cosa si aspettano di trovare qui a Cuveglio».