BRESCIA – Depositata alla Corte d’assise di Brescia, la richiesta di revisione del processo per Olindo Romano e Rosa Bazzi, i coniugi indicati come unici responsabili della morte di 4 persone e condannati all’ergastolo con sentenza definitiva per quella che è stata battezzata la “Strage di Erba” avvenuta a dicembre del 2006. L’istanza di revisione del processo è stata presentata dagli avvocati Fabio Schembri, Nico D’Ascola, Patrizia Morelli e Luisa Bordeaux, ed è motivata con i nuovi elementi capaci di portare al proscioglimento della coppia che è stata anche condannata per il ferimento di una quinta persona. La revisione viene chiesta sulla base di nuove consulenze che dimostrerebbero come le ricostruzioni sulla cui base i coniugi vennero condannati sarebbero errate. Nel mesi scorsi anche il sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser, aveva chiesto la riapertura del caso. Tra i nuovi elementi che la difesa pone alla base della richiesta, le modalità della morte di Valeria Cherubini che sarebbero “incompatibili” con la
tesi di colpevolezza dei coniugi e la testimonianza di Mario Frigerio, marito della Cherubini unico sopravvissuto alla strage, morto negli anni successivi, e diventato principale testimone dell’accusa che riconobbe Olindo in aula. Cè poi la testimonianza di Abdi Kais, mai sentito dagli inquirenti, e residente a Erba, arrestato successivamente per spaccio nella zona dove avvenne il massacro. La strage di Erba venne commessa a Erba, in provincia di Como, l’11 dicembre 2006. Vennero arrestati e poi condannati i coniugi Olindo Romano e Angela Rosa Bazzi, che secondo la sentenza ormai in giudicato uccisero a colpi di coltello e spranga Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk di 4 anni, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini, ferendo gravemente il marito di quest’ultima Mario Frigerio. La strage avvenne nell’abitazione di Raffaella Castagna, in una corte ristrutturata nel centro della cittadina e l’appartamento fu dato alle fiamme. Per l’accusa la strage era scaturita dalle continue liti di vicinato. I coniugi confessarono e poi ritrattarono.