Strage di Samarate, parla Nicolò: “A mio padre vorrei chiedere il perché. Ecco i miei sogni”

Intervista al Tgr Lombardia del figlio sopravvissuto alla furia omicida di Alessandro Maja che lo scorso 4 maggio ferì lui e uccise a coltellate la madre Stefania e la sorella Giulia. I suoi desideri dal lavoro alle passioni sportive

SAMARATE – Comincia a stare meglio dopo mesi in ospedale, Nicolò, sopravvissuto alla strage della sua famiglia lo scorso 4 maggio, quando il padre Alessandro Maja ferì lui e uccise a coltellate la madre Stefania e la sorella Giulia, nella loro casa di Samarate, e dice che vorrebbe sapere il perché. In un intervista al Tgr Lombardia spiega che a suo a suo padre chiederebbe “una motivazione del perché è arrivato a fare questo: che cosa aveva la nostra vita per lui non andava bene”.

Alessando Maja, che è atteso il prossimo 14 gennaio al processo in Corte d’assise a Busto Arsizio ha scritto in questi mesi delle lettere al figlio, che si costituirà parte civile, “Io non ho mai risposto”. Come sei andato avanti in questi mesi? “Con la forza che mia mamma e mia sorella mi davano e so che mi danno ancora, col sostegno dei mei parenti”. Vi eravate accorti che qualcosa in lui non andava? “Nell’ultimo periodo aveva molte preoccupazioni in ambito lavorativo,

ma non si pensava si potesse arrivare a una cosa del genere”. Nicolò, dopo la tragedia, è tornato ad avere i desideri dei ragazzi della sua età: “I miei sogni sono quelli di trovare un lavoro che mi permetta di mantenermi, poter assistere a una partita del Palermo, squadra per cui tifo, e assistere al Gran Premio di Formula 1”. Che cosa diresti ad altri che si dovessero trovare nella tua situazione? “Ad altri direi di farsi forza e guardare in qualche modo avanti perché è una fortuna essere qui”.