Sul pc aveva filmati per pedofili Condannato insospettabile

Gallarate – Un anno e quattro mesi di reclusione e 2000 euro di multa. E’ questa la condanna inflitta a un uomo di 47 anni, residente a Gallarate, accusato di divulgazione di materiale pedopornografico.

Secondo i giudici è stato lui a diffondere, tramite ad eMule, filmati e fotografie che ritraevano minorenni in pose esplicite. Sul suo computer di casa, in una cartella protetta da una password, gli inquirenti hanno trovato indirizzi di siti internet dai nomi inequivocabili. La vicenda risale al 2005 ed è stata ricostruita ieri nell’aula del tribunale di Busto Arsizio. Tutto ha inizio a Catania quando un uomo si collega ad eMule, il noto sito di scambio di file, per scaricare il manuale del proprio cellulare. Aprendo il file, però, scopre di aver in realtà salvato sul proprio computer delle immagini pedopornografiche. Subito scatta la segnalazione alla polizia postale e da lì partono le indagini.

Collegandosi al sito peer to peer gli agenti scaricano a loro volta un filmato con un ragazzino di 11 anni in atteggiamenti inequivocabili con un adulto. L’utente ha un nick che è già tutto un programma: Fuck 14. Analizzando i tabulati e l’indirizzo Ip gli inquirenti riescono a risalire ad un insospettabile cittadino di Gallarate, incensurato. La linea telefonica è intestata alla moglie e dopo due anni di indagini, a fine gennaio del 2007, la polizia entra in casa dell’uomo. Sul suo computer non c’è traccia dei file a sfondo sessuale,

ma gli inquirenti trovano quella cartellina, che gelosamente contiene gli indirizzi a cui collegarsi. «In aula l’imputato si è difeso dicendo quello che dicono tutti quelli che vengono scoperti in situazioni simili – spiega nella sua lunga requisitoria il pubblico ministero Francesca Parola -. Che non era esperto di computer e accidentalmente, cercando altro, si è ritrovato quei file in memoria». Chi usa eMule sa bene che cercando, ad esempio, Biancaneve e i sette nani, può capitare facilmente di scaricare un film porno. Un errore che si scopre solo a file scaricato.

«Ma se già di partenza, nella ricerca, inserisco i termini “pedo” o “preteen” – dice ancora il pm -, poi non posso dire di essermi sbagliato, se scarico materiale pedopornografico». L’avvocato Fabio Margarini ha invece chiesto l’assoluzione del suo assistito. «Sul suo computer non è stato trovato nulla – ha detto il legale -. Le indagini sono durate 2 anni, se avesse voluto nascondere le prove avrebbe distrutto l’hard disk». L’avvocato ha spiegato come, su eMule, un file venga messo in condivisione già mentre si sta scaricando. A suo avviso non c’è nessuna prova che il file sia stato totalmente scaricato.

«Un conto è vedere delle immagini, un altro archiviarle per condividerle». Alla fine la corte presieduta dal giudice Toni Novik ha riconosciuto la penale responsabilità dell’imputato, decidendo una pena di 4 mesi più pesante rispetto a quella chiesta dal pm. La corte ha anche deciso l’interdizione dell’uomo da ogni funzione pubblica in cui siano coinvolti dei minori.
Tiziano Scolari

p.rossetti

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