È un cliché ormai consolidato: gli italiani in vacanza all’estero, rumorosi, indisciplinati, sempre pronti a trasgredire le regole e a farsi notare per comportamenti che, per molti, sembrano confermare un’immagine stereotipata e ingenerosa. Tuttavia, chiunque abbia viaggiato abbastanza sa che questa visione è superata, un residuo di pregiudizi che non corrisponde più alla realtà. E anzi, spesso, sono proprio i turisti stranieri a comportarsi in modo che un tempo avremmo etichettato come “tipicamente italiano”.
Prendiamo ad esempio ciò che accade nei grandi snodi di traffico come aeroporti e stazioni ferroviarie. Non è raro vedere gli italiani rispettare scrupolosamente la fila, magari richiamando all’ordine i propri figli o aspettando pazientemente il proprio turno, mentre turisti di altre nazionalità – francesi, inglesi, tedeschi – sembrano avere una fretta incontenibile di scavalcare chiunque sia davanti a loro. Le scene di “furbetti” che tentano di passare avanti, di sottrarsi alle regole non sono più, da tempo, una prerogativa italiana.
Ma non finisce qui. Una delle immagini più esemplificative del cambio di paradigma si trova nei ristoranti degli alberghi o nei buffet delle colazioni. I turisti italiani, che una volta avrebbero potuto essere additati per i loro modi disinvolti, sono spesso i primi a mantenere un contegno, evitando di fiondarsi sul cibo con la foga di chi sembra non mangiare da giorni. E il rispetto per le regole di abbigliamento nei ristoranti? Anche qui, chi si aspetterebbe di vedere un italiano con infradito, calzettoni neri e canottiera attillata è destinato a rimanere deluso. Il look sgargiante e spesso discutibile sembra essere ormai appannaggio di altri.
L’esempio più eclatante, tuttavia, arriva da Marmari, una lunga e candida spiaggia sull’isola greca di Kos, affacciata sull’Egeo. È qui che ieri si è svolta una scena tanto surreale quanto indicativa. Un imponente SUV si è fatto largo tra i bagnanti, arrivando a sfiorare l’acqua. Nonostante gli ampi parcheggi disponibili a pochi passi dalla spiaggia, il conducente, noncurante, ha deciso di fermarsi direttamente sul bagnasciuga, come se fosse la cosa più naturale del mondo. E mentre le porte del veicolo restavano spalancate, pronte per un imminente bagno collettivo, la famiglia felice che ne è uscita sembrava non avere alcuna consapevolezza della stranezza della situazione.
Che fine ha fatto quel senso comune che dovrebbe indurre un automobilista a non invadere spazi riservati ai bagnanti? Forse è stato spazzato via dalla stessa brezza marina che, nei giorni di vento, può trasformare l’Egeo in una distesa inquieta. La speranza di molti dei presenti, di fronte a una scena simile, è che una mareggiata improvvisa potesse dare una lezione all’automobilista invadente, magari trascinando via il SUV fino a lasciarlo in balia delle onde, restituendo così ai bagnanti la loro pace.
E così, quello che poteva sembrare un comportamento “tipico” del turista italiano, si rivela invece una dinamica sempre più comune tra visitatori di ogni nazionalità. In un mondo globalizzato, in cui i confini culturali sono sempre più sfumati, anche i pregiudizi e i luoghi comuni sono destinati a cambiare, lasciando spazio a una realtà in cui i “soliti italiani” non sono più quelli di una volta. E forse, ora più che mai, è il momento di abbandonare etichette e preconcetti, per concentrarsi invece su un turismo più rispettoso e consapevole, a prescindere dalla nazionalità.