Svizzera, 2022 da record per l’export degli orologi: business da 24,8 miliardi di franchi

Nonostante una flessione a dicembre l'eccellenza elvetica fa segnare numeri in forte crescita con un deciso incremento della gamma di modelli di fascia alta. Volano le vendite negli Usa

LUGANO – La crescita delle vendite di orologi svizzeri all’estero è rallentata in dicembre, ma il 2022 si chiude con livelli record, sulla scia peraltro dell’aumento dei prezzi. Stando ai dati diffusi oggi dalla Federazione dell’industria orologiera (FH), nell’ultimo mese dell’anno le esportazioni si sono attestate a 2,0 miliardi di franchi, in progressione del 5,8% rispetto allo stesso periodo del 2021 (dopo il +11% di novembre), grazie al forte incremento della gamma di modelli di fascia alta,

con prezzi oltre i 3000 franchi (+3,3%). In termini di pezzi invece si registra un calo del 12,9% (a 1,3 milioni di unità). Sull’insieme del 2022 il valore totale dell’export orologiero ha raggiunto 24,8 miliardi di franchi, l’11,4% in più dei dodici mesi precedenti. In base alle informazioni diffuse pure oggi dall’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (Udsc) in termini reali si registra però una contrazione dello 0,8%. La FH parla comunque di un “anno eccellente”, con l’orologeria che ha potuto approfittare della forte domanda di prodotti di lusso e della crescita dei patrimoni mondiali. Sul fronte della produzione, le imprese hanno dovuto far fronte alla penuria di materie prime, all’aumento dei costi e alla dilatazione dei tempi di consegna. Qua e là è inoltre mancata la manodopera qualificata.

I mercati, le lancette corrono in Usa e Asia (un po’ meno)

Per quanto riguarda i singoli mercati, spicca la forte crescita degli Stati Uniti (+26% a 3,9 miliardi di franchi), che rimangono il principale sbocco del Made in Switzerland. Seguono Cina (-14% a 2,6 miliardi), Hong Kong (-11% a 1,9 miliardi), Giappone (+20% a 1,7 miliardi), Regno Unito (+22% a 1,6 miliardi), Singapore (+7% pure a 1,6 miliardi) e Germania (+22% a 1,3 miliardi). In un contesto ancora incerto, le prospettive per l’industria del ramo vengono definite buone. Un quadro fondamentale solido e una domanda sempre forte dovrebbero guidare la crescita nel 2023. L’elevata base di confronto e il livello dei rischi implicheranno una crescita inferiore a quella del 2022, ma comunque significativa, affermano i vertici di FH.