Svolta nel giallo di Cocquio In manette un artigiano

COCQUIO TREVISAGO Esce dopo le 19 dalla questura di Varese: tarchiato, capelli grigi, giubbotto arancione, e seppur ammanettato cerca di coprirsi il viso con un foglio per proteggersi dai flash dei fotografi e dai faretti della telecamere mentre un’auto della polizia lo porta in carcere.
È l’imbianchino fermato per l’omicidio efferato di Carla Molinari, ex tipografa di 82 anni, trovata uccisa la sera del 5 novembre scorso nella sua villetta a Cocquio Trevisago nel varesotto. L’anziana

è stata colpita forse con un cacciavite, poi sgozzata brutalmente, quasi decapitata. L’assassino infine le ha tagliato le mani e le ha portate via.
Dopo 21 giorni, le pazienti e tenaci indagini degli agenti della Squadra mobile, dello Sco della polizia e della Procura di Varese potrebbero aver portato ad una svolta: per l’uomo, 55 anni, il fermo con un’accusa terribile, omicidio premeditato con l’aggravante delle sevizie della crudeltà.
Il procuratore di Varese, Maurizio Grigo, e il questore Marcello Cardona, dopo il fermo, hanno tenuto una stringata conferenza stampa per confermare il provvedimento e per dire che si tratta di una «fase importante di una difficile inchiesta» (una «virgola importante» dirà Cardone per il quale «il punto» sarà messo solo nel processo).
Il fermato, un artigiano che vive a Ispra, era già stato condannato per omicidio colposo della moglie, nel 2003, e, a quanto si è saputo, il presunto assassino e Carla Molinari si conoscevano da tempo. Gli investigatori stanno ricostruendo nel dettaglio la natura dei loro rapporti e le ultime ore di vita dell’ex tipografa e della persona accusata di averla uccisa. A carico del fermato vi sarebbero impronte di scarpe sul luogo del delitto e gli spostamenti del suo telefono cellulare. Gli sarebbero, inoltre, stati riscontrati graffi sul volto, frutto forse di una colluttazione.
Investigatori e inquirenti non fanno cenno al possibile movente del brutale omicidio. Quel che è certo è che lo ritengono premeditato. Questo anche perchè, durante le indagini, furono trovati quattro mozziconi di diverse marche di sigarette che, però, risultarono portate nella villetta della donna, la quale non fumava. L’omicida sarebbe scappato sporco di sangue in quanto nel bagno della Molinari non sono state trovate tracce di sangue. Nel corso degli interrogatori, numerosi, non erano emersi contrasti tra l’ex tipografa, conoscenti, amici e parenti, nemmeno in relazione all’eredità.

e.romano

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