Sylvie, un ciclone in redazione «Il mio sogno? Cultura del cibo e beneficenza»

Il personaggio - La casciaghese, quinta classificata a MasterChef, è ormai una di noi

Arriva puntualissima alle 12 e rifiuta di prendere l’ascensore. Tre piani di scale in una manciata di minuti e , volto notissimo della Tv dopo la sua partecipazione a MasterChef Italia che l’ha vista attestarsi tra i primi cinque migliori chef non professionisti del Belpaese entra nella nostra redazione. La scintilla scocca immediatamente verso questa bellissima donna francese ma ormai casciaghese d’adozione (dove vive con il marito e le tre figlie) che alterna nei suoi racconti espressioni tipiche dei cittadini d’Oltralpe ad intercalare molto italiani. Jeans, cappotto rosso che ha fatto innamorare tutte le donne

presenti, Sylvie è completamente diversa da come ci eravamo abituati a vederla in tv. È aperta, molto diretta, dice quello che pensa sempre con garbo ma in modo fermo, è accessibile e mai sopra le righe. Come quando ci racconta del suo stupore «nell’essere riconosciuta per strada o al supermercato mentre faccio la spesa» e della gratitudine nei confronti dei varesini «che mi hanno sostenuto con un tifo favoloso che non mi sarei mai aspettata. In fondo era una sconosciuta. E invece sono stata circondata da un calore e da un affetto straordinari».

Sylvie parla di tutto. Della sua Nantes, città natale, «dove le donne sono autentiche come in tutta la Bretagna. Zona splendida della Francia che vede i bretoni profondamente legati alle loro tradizioni. Lì è tutto vero, un mondo lontanissimo da quello, ad esempio della costa Azzurra».Mentre racconta Sylvie incontra il direttore e l’editore . E tutta la redazione. Al termine di una piacevole chiacchierata sei persone sedevano incantate davanti a lei come sottolinea con un sorriso il marito che la raggiunge a metà intervista. Sylvie racconta degli studi a Parigi «all’Accademia di Belle Arti», città che porta nel cuore. «Tutti in un’altra vita almeno siamo nati parigini» commenta ridendo. Parla dei suoi progetti e naturalmente di MasterChef, ma nell’ascoltarla appare lampante che Sylvie è ben altro di una partecipazione ad un cooking show televisivo. Da quell’esperienza ha tratto il meglio: «È cambiato tutto. Ci sono tantissimi progetti, proposte di lavoro, opportunità. Voglio seguire la mia strada in modo diretto sperando di riuscire a realizzare tutto».

MasterChef le ha lasciato molto: «Erica un’amica con la quale sono rimasto in contatto. Una persona vera. E sono felice che alla fine sia stata lei a vincere». Non ha problemi Sylvie ad ammettere che Alida era «la più brava di tutti noi. La più preparata», mentre del giorno della sua eliminazione «ricordo le lacrime. Lacrime di rabbia verso di me per non aver dato il meglio, per aver ceduto alla tensione davanti a qualcosa che sapevo di essere in grado di affrontare».Sylvie ci racconta del suo amore per due grandi cucine, quella francese e quella italiana, e di alcuni progetti ai quali sta lavorando. E qui scopriamo che la

nostra chef è impegnatissima nel sociale. Tanto che afferma: «Tutto ciò che faccio lo faccio per beneficenza». Sul piatto c’è un’idea così semplice da essere brillante: «Sto contattando alcune grandi catene di supermercati – racconta – Vorrei trovare un accordo in modo da poter recuperare tutte le confezioni di alimenti non vendibili magari perchè rotte o ammaccate e poterle utilizzare per sfamare chi non ha cibo. Sono alimenti che vengono destinati alla distruzione pur essendo ottimi. Considero lo spreco una cosa offensiva quando milioni di persone non hanno di che sfamarsi e sono pronta a mettere a disposizione gratuitamente la mia immagine per chi vorrà collaborare al progetto».

L’idea è che questi alimenti possano essere cucinati, da lei e da altri, per le mense dei poveri. In questa direzione Sylvie si sta muovendo su Milano, ad esempio. «Vorrei creare un menù con questo cibo – racconta – in modo da poter dare da mangiare a chi ne ha bisogno. Creare un menù per queste persone che sia semplice ma buono. Vorrei insomma che anche il gusto avesse soddisfazione».In ballo ci sono anche uno show televisivo dedicato alla cucina lombarda – «siamo in fase format, non posso dire di più» – ma anche un progetto che riguarda la valorizzazione dei prodotti di qualità. «Prodotti di stagione e a chilometro zero – spiega – con sessioni di cucina da realizzare nel luogo di produzione. In Italia come in Francia ci sono centinaia di produttori di altissima qualità. Sarebbe bello farli conoscere, creare una cultura alimentare autentica che li valorizzi».Il ciclone Sylvie, al termine di una chiacchierata di un’ora e mezza, tra battute e qualche piccolo gossip, ci ha convinto. Ci siamo impegnati a garantirle spazio sul nostro giornale per qualunque iniziativa perché i suoi progetti ci hanno conquistato. E ai nostri lettori lei dedicherà una ricetta a settimana.