Tagli alle Regioni La scure del governo

Il Consiglio dei ministri esamineràoggi pomeriggio il decreto che taglia i costi dei ConsigliRegionali, con ampie sforbiciate al numero dei Consiglieri ealle indennità. Si tratta di norme sollecitate dagli stessiGovernatori la scorsa settimana. Però, visto che fidarsi èbene ma non fidarsi è meglio, il Governo incontrerà stamattina i rappresentanti dei Presidenti delle Regioni per esseresicuri che non ci saranno ricorsi. Nell’incontro

con le Regioni il Governo vuole capire se puòprocedere con i tagli direttamente con il decreto, e in tal casovuole essere sicura dell’assenza di ricorsi alla COrtecostituzionale. Oppure si può fare una norma che riapra itermini per l’adeguamento delle Regioni ai criteri della manovraTremonti, ma con esplicitando che in caso di inerzia delleRegioni ci sarà il potere sostitutivo dello Stato. 

Alla Commissione Affari costituzionali della Camera si è
bloccata la legge di iniziativa popolare che taglia le
indennità di parlamentari e consiglieri regionali alla media
europea. Il Governo infatti non ha nominato i nuovi membri della
commissione incaricata di fare i calcoli, dimessisi lo scorso
dicembre. L’imbarazzo è bipartisan, ma si lavora ad una legge
che intervenga sulle sole indennità di deputati e senatori
basandosi sui dati del Parlamento europeo.

E da quest’ultimo è stato mutuato il sistema per la legge
sui cosiddetti “portaborse”, approvata ieri a Montecitorio. In
base ad essa Camera e Senato non daranno più i soldi cash ai
parlamentari per i loro collaboratori, ma pagheranno questi
ultimi direttamente. Si evita così il fenomeno del lavoro nero
o di senatori e deputati che intascano i soldi pur non avendo
alcun collaboratore.

m.romano

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