Finalmente c’è qualche pm che ha capito che i rimborsi elettorali non usati a tal fine sono «appropriazioni indebite». Per il momento l’elenco lo apre Bossi con la Lega, con l’eco della Margherita. Aspettiamo tutti gli altri. Questi rimborsi sono una goccia nel mare dei 100 miliardi di appropriazioni, tangenti, consulenze, stipendi d’oro, pensioni stratosferiche, eccetera di cui gode la classe dominante. Vantaggi cresciuti negli ultimi 20 anni e oggi scambiati per un diritto. Monti ci metta le mani subito.
Francesco Degni
Varese
L’astensionismo che sfiora il 32 per cento, i propensi a infilare la scheda bianca nell’urna attorno al 5 per cento, e poi ancora un 15 per cento d’indecisi su che cosa fare alla prossima occasione di voto.
Questi sono gli umori degl’italiani secondo uno degli ultimi sondaggi, che non aggiunge quanto già reso noto da altri sondaggi: la fiducia verso i partiti non supera il 7 per cento. Un disastro di credibilità, un’offensiva di disgusto. Un Paese che non crede nei rappresentanti dei suoi ideali, dei suoi interessi, dei suoi progetti; e non lo fa per qualunquismo (la solita stantìa accusa di chi non sa trovare buoni argomenti di difesa), ma lo fa per realismo. Indotto (obbligato) dai fatti e non certo dalle opinioni. Perfino la Lega, nata come forza antisistema, si trova investita da inchieste giudiziarie che l’apparentano perfettamente al sistema a suo tempo combattuto.
Perfettamente è un avverbio che i militanti traducono in sciaguratamente. Se le ipotesi di reato diverranno qualcosa di più e di diverso, si sentiranno non solo disillusi e beffati. Si sentiranno traditi, avendo ricevuto in cambio della propria ingenuità l’approfittamento altrui. Il peggio che possa capitare. In tutto questo, più che Monti, saranno chiamati a metterci mano gli elettori: ma per convincerli a non stare a casa loro, bisognerà trovare una casa politica capace d’accoglierne le istanze. Una ricerca così difficile da sembrare impossibile.
Max Lodi
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