Tanti auguri Pallacanestro Varese

Il primo agosto 1945 nasceva una signora di 70 anni con la classe di una miss

Chiedere a un uomo di 33 anni di descrivere i 70 più fulgidi della Storia della pallacanestro italiana è quasi uno spreco. Mancano otto lustri di vissuto, i più importanti, i più brillanti, quelli che hanno costruito un’identità che da sportiva è diventata cittadina, tramandandosi così di padre in figlio, per solo diritto di nascita. Certo ci sono i racconti, i libri, le emozioni arrivate al cuore tramite favella altrui, indottrinandolo a essere fedele prima ancora di aver toccato con mano. Ma il germe dell’incompletezza un po’ ti affligge e ti fa arrossire. Che bello sarebbe stato esserci in quel primo agosto 1945: tre soci, una stanza chiusa e il fumo di tre sigari a sugellare una partenza senza traguardo definito. Le

storie di successo iniziano così: non conoscono il proprio destino, non lo immaginano nemmeno. Vivono. Dopo tre quarti di secolo ci si volta indietro e si scopre di aver fatto una strada che nessun altro ha percorso, unica e irripetibile, nella buona e nella cattiva sorte. E allora il pensiero di aver fatto solo una parte di questo cammino – forse quello meno luccicante per gli almanacchi – ti pesa meno: basta un passo per essere parte del viaggio comune. Basta una stella, basta un playoff, una salvezza sudata, basta l’attesa di un tiro che sai che cambierà il tuo umore. Perché tu – basta un attimo – ormai ci sei dentro. Per sempre e anche da sempre. Tanti auguri Pallacanestro Varese.