«Tanti due minuti, ma Nibali in salita può staccare tutti»

Luca Chirico, giovane professionista varesino, a ruota libera sul Tour de France e sui suoi progetti futuri

Alla vigilia delle prime grandi montagne di Francia si potrebbero già sparare le prime sentenze, i primi giudizi. È passata poco più di una settimana di Tour e oggi si riposa, per la prima volta. Nibali è lontano più di due minuti dalla maglia gialla Froome. La posizione del siciliano suggerirebbe pessimismo e futuro grigio, nessuna possibilità di riscatto, presentimenti di catastrofi e

cataclismi. A riportarci tutti sulla terra ci pensa Luca Chirico, che il Tour non lo sta correndo, ma conosce molto bene Vincenzo, compagno di tante pedalate e di tanti allenamenti sulle salite della nostra provincia. Ora Luca è a Livigno, in ritiro con la sua squadra, pronto per tornare alle corse il 19 luglio. Prima però, ci porta a lezione di Tour de France.


Come sempre il Tour è una corsa confusionaria, molto più del Giro, e combattuta: ci sono i più forti. Mi tocca constatare che Froome è una spanna sopra gli altri, ma non si vince mai nella prima settimana. Spero che sia partito troppo forte, in questi primi giorni è parso inattaccabile. Però…


Il Tour è ancora molto lungo, le montagne vere iniziano domani: come possiamo pensare che sia già tutto deciso? Sono convinto che Nibali stia crescendo pian piano di condizione, non do molto peso ai secondi che ha perso sul Mur de Bretagne. Sono giornate che possono capitare. Nel ciclismo può succedere qualsiasi cosa: per esempio domani Nibali, su una salita di 15 chilometri, può staccare tutti gli altri e tornare in corsa.


Sono tanti, non si può negare: ma ricordiamoci che oltre un minuto e mezzo è maturato a causa di un ventaglio. Vincenzo ha avuto molta sfortuna nella prima settimana, è anche caduto. Noto però che l’Astana non lo sta supportando a dovere: al Giro ho visto una squadra fortissima, che tirava ogni giorno, in Francia mi sembra che non stiano riuscendo a dare quell’1% in più che al Tour fa la differenza. Però attenzione, non diamo Nibali per spacciato perché non è l’ultimo arrivato. E soprattutto il vero Tour inizia adesso: io confido in Vincenzo.


Il Tour è il Tour, è l’apoteosi del ciclismo, ha un’importanza senza eguali. Il Giro, a mio parere, ha un percorso più bello, con le salite più difficili e suggestive, mentre il Tour ha il blasone. Non per nulla, tutti i più forti sono lì a giocarsela. Chiaramente loro il Mortirolo, lo Zoncolan e lo Stelvio non ce li hanno: però i francesi forse amano il ciclismo più degli italiani. Sono loro a rendere unica questa corsa.


Sì: la prima settimana l’anno scorso fu diversa. Ma, a parte Nibali e qualche exploit, in cosa possiamo sperare ora? Non ci sono grandi sprinter, perché i vari Modolo, Viviani e Nizzolo hanno corso solo il Giro. Ho visto un grande Daniel Oss in questo inizio, anche Basso è sempre davanti a tirare. Però il lavoro che sta facendo Oss è fuori dal comune, e se avesse carta bianca potrebbe stupire per davvero.


Dopo il Giro con la squadra abbiamo deciso di staccare. Avrei potuto correre in Slovenia, per sfruttare la gamba buona del Giro, ma alla fine non l’ho fatto. Adesso rientrerò al Trofeo Matteotti, mi sento bene e sto andando forte come mai prima. Ho due grandi sogni per il finale di stagione.


Il primo riguarda la corsa di casa, la Tre Valli: ci punto tanto e spero di fare davvero bene. Mi sto preparando al massimo, voglio arrivare davanti ed essere protagonista. L’anno scorso ero ammalato e non ci fu la possibilità di correre come avrei voluto. Quest’anno, non essendo corsa premondiale, potrebbe esserci più spazio e meno presenza di big. Sia chiaro, mi piace sempre confrontarmi con i migliori, però allo stesso tempo so di non essere ancora al loro livello.


È il Lombardia, la mia gara dei desideri da sempre. Voglio fare una grande seconda parte di stagione, mi sento carico.