VARESE Il «decretone» sugli stili di vita in discussione in questi giorni manda su tutte le furie i baristi varesini. A cui non piace la tassa (ancora in fase di studio) sulle bibite dolci e gassate.
«E’ un provvedimento che non ha senso. Se le bibite fanno davvero male, che le tolgano dal commercio – sbotta Giovanni Novelli del Bianco Coffea di via Manzoni – La logica vuole che, introducendo una tassa per l’esercente, si alzi anche il prezzo per il cliente. Non mi sembra proprio il periodo giusto per far sborsare alla gente ancora più soldi».
«La salute non c’entra nulla, questo provvedimento non è altro che una tassa in più – dice Aldo Lavorgna del Baretto di corso Moro – Il governo aumenta il costo delle bibite, quelle di cui è difficile fare a meno. Chi ne fa le spese è sempre il cittadino».
«Si sta davvero toccando il fondo – aggiunge Alessandra Rizzello del bar Orchidea – Si vede che il governo non sa più dove andare a prendere i soldi. Ma non sarebbe meglio tassare i politici anziché i titolari dei pubblici esercizi? Noi stiamo facendo davvero fatica a rimanere in piedi. Lavoriamo con preoccupazione e con un senso di delusione».
«Il governo tassa le bibite e il comune di Varese non fa nulla per venirci incontro – continua Rizzello – Abbiamo i permessi per fare musica e abbiamo già avuto tre controlli per verificare che fossimo in regola: va bene fare tutti gli accertamenti del caso, ma che senso ha continuare a venire nel nostro locale nell’orario in cui ci sono più clienti? Uno di noi, ogni volta, deve interrompere il servizio al bancone o ai tavoli per mostrare la documentazione, cosa che si traduce in un vero e proprio disagio. Ci è stato chiesto di pagare una tassa extra per il monitor che trasmette il canale «Varesedigitale», cosa che mi rifiuto di fare dal momento che quella tassa (la Scf) si applica agli apparecchi fonografici e non a quelli che trasmettono solo immagini. Vorremmo dare un premio produzione ai dipendenti, ma non abbiamo alcun margine di guadagno. Come se non bastasse, il comune non regola in alcun modo le aperture dei nuovi bar e la concorrenza diventa sempre più difficile. Tutto con la consapevolezza che denunciando i problemi non si ottiene nulla».
«Siamo nati e cresciuti bevendo bibite gassate e dolci e godiamo di ottima salute – afferma Martina Checchi del bar Carducci – Sicuramente questa tassa è una manovra del Governo per avere più soldi. In estate i varesini chiedono di bere principalmente acqua fresca (del resto, il consumo di bevande gassate in Italia è stimato essere sotto la media europea). Mi domando se sarà tassata anche l’acqua gassata. E se le nuove tasse coinvolgeranno anche le bibite senza zucchero, come la Coca-Cola Light e la Coca-Cola Zero. Insomma, le perplessità sono tante. Speriamo che al Governo ci ripensino e che questo provvedimento assurdo non diventi davvero legge».
e.marletta
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