In tempi di “revisione della spesa” che obbliga le pubbliche amministrazioni a rivedere, e ridimensionare, i propri progetti, mi chiedo cosa intenda fare il Comune di Varese in merito alla decadente, e sempre più fatiscente, caserma Garibaldi.Sono trascorsi ormai cinque anni da quando la Giunta Fontana deliberò l’acquisto dell’ex caserma, pagando un corrispettivo di circa due milioni e mezzo di euro. Cinque anni in cui il degrado ha avuto la meglio sull’immobile inutilizzato.Negli anni si è parlato di far sorgere nell’area in questione il nuovo teatro di Varese, forse sottovalutando i vincoli posti dalla Sovrintendenza che impediscono la demolizione di una porzione dell’immobile.Mi domando se in questo periodo di
crisi economica, caratterizzato da sempre minori trasferimenti di risorse dallo Stato agli enti locali, non convenga rivedere le scelte di Palazzo Estense in merito all’ex caserma Garibaldi. Siamo davvero sicuri che il nuovo teatro di Varese sia la priorità per la nostra città ?Mi sorgono dei dubbi anche relativamente al presunto interessamento dei privati che, attraverso il cosiddetto project financing, dovrebbero investire nel comparto di piazza Repubblica.Propongo di ridimensionare il “progetto teatro” valorizzando ad esempio l’ex cinema Politeama di proprietà della Fondazione Molina oppure si potrebbe valorizzare e ristrutturare, nel limite del possibile, l’attuale Teatro di Varese. Le alternative non mancano, manca invece il tempo, si è aspettato fin troppo.
Saverio Loani
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Caro Loani,
per certi versi ha ragione, siamo in un periodo difficile e gli enti locali sono in difficoltà persino a garantire i servizi essenziali ai propri cittadini.
Ma è proprio in momenti come questo che, forse, bisognerebbe trovare il coraggio e la forza di sognare, di investire sul futuro e regalare alle prossime generazioni qualcosa di importante.
Varese non ha un teatro e, per un capoluogo, non è certo un motivo di vanto. Diceva Churchill, uno che se ne intendeva:«Il successo non è definitivo, il fallimento non è fatale: ciò che conta è il coraggio di andare avanti».
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