Il fragile equilibrio internazionale intorno al conflitto israelo-palestinese si incrina ulteriormente dopo le dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron, che ha definito il riconoscimento di uno Stato palestinese “non solo un dovere morale, ma una necessità politica”. Secondo il leader francese, l’Occidente rischia di perdere credibilità agli occhi del mondo se abbandonerà Gaza “lasciando carta bianca a Israele”.
La risposta di Gerusalemme non si è fatta attendere. Il ministero degli Esteri israeliano ha reagito con durezza, accusando la Francia di intraprendere “una crociata contro Israele” e lanciando un affondo provocatorio: “Non c’è dubbio che la sua festa nazionale sarà il 7 ottobre”.
Il ministro israeliano Eli Cohen ha rincarato la dose, affermando che Israele porterà avanti la costruzione di uno Stato ebraico anche in Cisgiordania, definendolo un “messaggio chiaro a Macron e ai suoi alleati”.
Intanto, anche in Germania si apre il dibattito: Berlino starebbe valutando la possibilità di sospendere l’invio di armi a Israele, ulteriore segnale di un crescente malcontento europeo nei confronti della gestione israeliana del conflitto a Gaza. La tregua continua a sembrare lontana.