Tentata evasione in piazza Progetto di fuga in Svizzera

VARESE E’ in un carcere di massima sicurezza Filadelfio Vasi, 36 anni con precedenti, protagonista l’altro ieri di un tentativo d’evasione bloccato ancor prima che cominciasse dai carabinieri del comando provinciale di Varese.Al termine dell’udienza (Vasi è accusato di tentata rapina nel caso specifico) quello che è considerato il leader della frangia estremista degli ultras Blood&Honour non è stato riaccompagnato nella casa circondariale di Pavia; per lui, tra l’altro, si parlerebbe di isolamento o comunque di contatti estremamente limitati con amici, conoscenti, familiari o altri detenuti.Con Vasi sono stati denunciati in sette, presunti componenti del commando che avrebbe dovuto ridare la libertà a Delfio facendolo arrivare in Svizzera non certo per i confini ufficiali. Pare che il piano di fuga prevedesse l’azione proprio nel piazzale antistante il tribunale di Varese; con Vasi che scendeva dal blindato della penitenziaria per raggiungere l’aula e i complici che avrebbero aggredito gli agenti di sorveglianza scatenando il parapiglia e, anzi, usando la confusione per mettere l’evaso su uno scooterone con targa contraffatta (moto sequestra durante le perquisizioni scattate all’alba dell’altro ieri) considerato il mezzo ideale per allontanarsi rapidamente dal tribunale. Uno scooter si sarebbe mosso con molta più velocità tra le stradine strette e il traffico che non un’auto. Il

piano prevedeva anche l’uso di un quad, più robusto e stabile di una moto, con il quale tagliare per i boschi e raggiungere la Svizzera.Si indaga anche oltre confine: qualcuno in Svizzera avrebbe dovuto provvedere a recuperare Vasi e a nasconderlo. Vasi, del resto, era latitante quando fu arrestato il 5 ottobre scorso dagli uomini della Mobile di Varese.Le indagini coordinate dal pubblico ministero Agostino Abate e dal procuratore di Varese Maurizio Grigo mirano anche a rintracciare delle armi; armi che gli inquirenti hanno la certezza esistano e che avrebbero dovuto servire per coprire la fuga qualora le cose fossero andate storte. Sul davanzale esterno di una finestra del tribunale è stato trovato un coltello a serramanico; si cercano anche armi da fuoco. Gli inquirenti parlano di criminalità di spessore; il piano sventato rappresenterebbe la prova di un salto di qualità della malavita varesina da considerarsi organizzata a tutti gli effetti. «Ma lo Stato, le istituzioni, sono molto presenti», precisa Grigo a sottolineare come il livello di sorveglianza sia estremamente alto. Il tentativo d’evasione è comunque fallito: in un carcere di massima sicurezza la sorveglianza su Vasi sarà più stretta che mai. I sette presunti complici, tutti denunciati, al momento non avrebbero negato gli addebiti.

s.bartolini

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