GALLARATE Rapinavano uomini in cerca di compagnia: tre condanne (da 5 a 3 anni e 3 mesi), una prescrizione, e tre assoluzioni piene.
Sul banco degli imputati Domenico Sergi, Christian Santagata, Stefano Ardizzone, Francesco d’Arrigo, Alessandro Pianese, Ivan Canavesi e Paolo Procaccianti. Sergi e Santagata, per altro, sono già detenuti in carcere per aver partecipato alla rissa mortale avvenuta in piazza mercato a Cardano il 6 gennaio 2005 e costata la vita ad Albino Nisticò. In ogni caso questa è
altra vicenda.
Stando all’accusa rappresentata dal pubblico ministero Luca Gaglio, gli indagati misero a segno almeno quattro rapine ai danni di altrettanti malcapitati. Il piano era semplice: la banda si appostava dietro al cimitero di Gallarate, luogo noto per essere punto di ritrovo per gay. Uno del gruppo, sfruttando la propria avvenenza, adocchiava una preda e fingeva di essere interessato a un incontro sessuale. Una volta che la vittima saliva in auto dopo essere stata sedotta dal bel ragazzo della compagnia, ecco spuntare gli altri. Lo stesso copione sarebbe stato ripetuto il 26 settembre del 2004, il 2 ottobre dello stesso anno, il 7 e l’11 novembre 2004. Le vittime, in tutti i casi, venivano adescate e quindi picchiate e ripulite di telefonino, portafoglio, contanti e carte di credito. In un’occasione, quella dell’11 novembre 2004, il rapinato era stato addirittura costretto a raggiungere Samarate per prelevare dei soldi da un bancomat, visto che non aveva contanti con sè.
Sergi, incastrato dalle impronte digitali, e Santagata, incastrato dai riconoscimenti delle vittime, sono stati condannati a 5 anni di gabbio ciascuno, con l’aggiunta di 2 mila euro di multa. Sono stati ritenuti responsabili delle rapine. Pianese è stato condannato a 3 anni e 3 mesi di reclusione per aver illegalmente detenuto la Beretta calibro 7.65 oltre a 35 cartucce utilizzata per minacciare una delle vittime delle rapine; Canavesi, accusato di aver ricettato uno dei telefonini rapinati alle vittime, ha visto il reato cadere in prescrizione. Gli altri sono stati assolti per assenza di prove. Al momento non è chiaro se le difese dei condannati vorranno ricorrere in appello, ma quasi certamente sarà così.
e.romano
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