«Ti amo anche se il destino ci divide. Caro Varese, attento alla serie D»

il mister giramondo - Ernestino Ramella spera insieme ai tifosi biancorossi:I «Meglio il girone A: più facile»

Ernestino Ramella ha voluto rimettersi in gioco, dopo aver sognato e sfiorato la panchina del Varese durante l’estate scorsa. La breve e successiva esperienza con il Caravaggio si è chiusa però con una retrocessione dalla Serie D all’Eccellenza, ma il decano dei mister varesini non è il tipo da spargersi la cenere sul capo. Anzi, da questi tre mesi esce con il sorriso sulle labbra e tanta voglia di ripartire: «Vi dico la verità, per me quella di Caravaggio è stata un’esperienza molto positiva perché

viste le premesse era veramente difficile pensare di poter lottare fino all’ultima giornata per la salvezza. Abbiamo perso poco dopo il mio arrivo un giocatore fondamentale, e inoltre la squadra era stata allestita in fretta dopo essere stata ripescata dall’Eccellenza. Anzi, con le regole della Lega Pro saremmo qui a giocarci uno spareggio per la salvezza, invece la tagliola ad otto punti della Serie D ci ha condannati alla retrocessione. Restano per me tre mesi in cui abbiamo lottato e porto a casa un ricordo positivo».

Non era la prima volta che allenava in Serie D, ma un girone del livello di quello appena affrontato (il B) ne ha visti pochi nella sua esperienza: «Mi hanno sorpreso parecchio le squadre bergamasche, ad esempio il Ciliverghe Mazzano, il Ciserano, il Pontisola, con giocatori importanti come Carobbio e Ferreira Pinto. Oltre alle squadre blasonate che tutti conoscono come il Piacenza, il Lecco, il Monza. C’è davvero tanta differenza tra il girone B ed il girone A, che eccezion fatta per il tanto agonismo è davvero di livello più basso. Però dalla prossima stagione, nel girone A, potrebbero aggiungersi capoluoghi di provincia come Savona e Cuneo, che sono retrocesse. In ogni caso auguro al Varese di finire nel girone A, l’ho vissuto da allenatore della Gallaratese anni fa e l’ho trovato meno competitivo rispetto al B».
In vista della Serie D, c’è anche qualche consiglio per il Varese: «Non devono andare nel panico se non dovessero arrivare subito i risultati, quindi occhio alle crisi di rigetto. La Serie D non è l’Eccellenza, ma penso che la società non si farà trovare impreparata». L’estate scorsa per Ramella è stata abbastanza turbolenta, particolare. Nominato inizialmente per guidare il Varese in Lega Pro, prima del fallimento, si è poi ritrovato con il cerino in mano. Non c’è rancore però, Varese resta sempre il primo grande amore: «Dispiace perché per una vicissitudine o l’altra, non sono mai riuscito ad allenare il Varese. Dopo tanti viaggi per il mondo, pensavo di aver coronato il sogno di allenare a casa mia. Però i debiti non si cancellano assumendo Ramella, infatti hanno portato al fallimento. Evidentemente è destino che io non debba allenare il Varese, ma non credete che il mio amore per questi colori sia diminuito a causa di questo».

Ed ora, in un ipotetico futuro al Varese, non ci spera più: «Sono già stato altre due volte vicino alla panchina dei biancorossi prima dell’estate scorsa, non ci spero più. Il “non c’è due senza tre” c’è già stato. Però ripeto, abito a 500 metri dallo stadio, evidentemente è destino che vada così, io resto un grande tifoso del Varese tanto che prima di iniziare ad allenare il Caravaggio, sono venuto spesso allo stadio».
E ci è venuto anche per Fuck the Cancer: «Masnago fa parte della mia vita, e mi faceva piacere partecipare ad un evento di questo tipo e con queste finalità. Ho tanti amici a Varese, mi sembrava il minimo». Nel suo lungo peregrinare di panchine, Ernestino ha lavorato anche in al Flamurtari Valona, in Albania, una nazione che calcisticamente sta crescendo e che si prepara a vivere il primo europeo della sua storia: «Non sono scarsi come si pensa, infatti hanno squadre che stanno andando avanti nei preliminari di Champions League, come il Partizan Tirana, allenato da Andrea Agostinelli. Secondo me agli europei non prenderanno batoste anche perché Gianni De Biasi è un allenatore serio, bravo. Vi sorprenderanno».