«Tifosi della Pro, tutti fuori» Domenica lo Speroni deserto

Tutti fuori. L’iniziativa è di quelle clamorose: Pro Patria Club, “Il Tigrotto” e gli Ultras Pro Patria 1919 hanno deciso, all’unanimità, di non entrare allo stadio Speroni domenica pomeriggio per seguire la partita con il Savona.

I tifosi resteranno fuori, come recita testualmente il comunicato diffuso nella tarda serata di martedì, «per difendere il nostro blasone, i nostri colori e il nostro onore davanti a chi usa la Pro Patria e la nostra passione».

I club hanno individuato quattro ragioni all’origine della protesta contro la società del patron Vavassori: «Squadra smembrata e giocatori venduti, mancanza di prospettive future, nessun rispetto per i tifosi e i colori biancoblù, mancanza di dialogo con tifosi e stampa».

«Chiediamo prima di tutto chiarezza – puntualizza Roberto Centenaro, presidente del Pro Patria Club – Abbiamo tutti i diritti di sapere quali sono i progetti e le intenzioni della società. Ricordo che, ad inizio stagione, patron Vavassori disse “Quest’anno ci divertiremo”. Beh, non so lui, ma noi non ci stiamo divertendo per niente».

Centenaro entra poi nel merito dell’iniziativa: «Da troppi anni noi tifosi siamo considerati l’ultima ruota del carro, contiamo meno di zero. Eppure ogni domenica facciamo sacrifici per la squadra, affrontiamo anche le trasferte più lontane. Abbiamo il diritto di conoscere il futuro di questa società, in maniera chiara e certa, non per frasi orecchiate qua e là. Siamo stufi di interpretare, vogliamo sapere».

Il presidente del Pro Patria Club è un fiume in piena: «In altre piazze i tifosi sono coccolati, a Busto sono ai margini da cinque anni. Siamo sempre gli ultimi a sapere le cose. Il patron vuole vendere la Pro Patria? È un suo diritto, ci mancherebbe. Mica vogliamo conoscere i dettagli delle trattative. Ma sapere i programmi, quello sì. C’è gente che si è abbonata per vedere una squadra di Prima Divisione e, a gennaio, si ritrova a seguire un gruppo di ragazzi, i pezzi da novanta vanno via uno dietro l’altro, e nessuno dice niente. Come stanno le cose?».

Da qui l’idea di rimanere fuori dallo stadio durante Pro Patria-Savona: «Ci pensavamo da un po’ di tempo, ma adesso la misura è colma. Siamo stanchi di non essere considerati, serviva un segnale forte. Spero che la tifoseria aderisca in massa a quest’iniziativa, che ovviamente sarà del tutto civile e composta».

Concetti confermati da , presidente de “Il Tigrotto”: «Si voleva smembrare la squadra, privandosi dei pezzi pregiati? Tanto valeva farlo subito – sottolinea Marra – Non si può prendere il tifoso per la gola in estate e poi abbandonarlo a metà stagione. Spero che la nostra iniziativa sortisca qualche effetto: se la società non risponde vuol dire che non le interessa proprio nulla di noi..».

«Certi atteggiamenti da “padre padrone” da parte della proprietà ci hanno stancato – aggiunge un esponente degli Ultras Pro Patria 1919 – Il patron dà le colpe a tutti, ma non riconosce i suoi errori. Anche lui ne ha commessi».

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