Tifosi uniti contro il calcio malato

«Non possiamo più starcene zitti»: e la curva espone uno striscione per chiedere rispetto

Un fronte comune contro chi inquina il calcio tradendo la fiducia dei tifosi.

Il nuovo scandalo calcioscommesse non ha certo lasciato indifferenti le tifoserie italiane, molte delle quali (e tra queste, purtroppo, anche quella della Pro Patria) hanno dovuto subire i danni lasciati da dirigenti più o meno occulti, giocatori e allenatori senza scrupoli.

Stavolta, però, gli appassionati di pallone non vogliono subire in silenzio. E in tutta Italia, da nord a sud, ci si mobilita per ottenere giustizia. Sono infatti in corso in questi giorni fitti contatti tra le tifoserie delle squadre interessate dall’inchiesta “Dirty soccer”, al fine di creare un fronte comune che faccia sentire chiara e forte la propria voce contro i malfattori che stanno cercando di infangare il gioco più bello del mondo.
Già nel corso delle gare di playout disputate sabato pomeriggio, si sono avute le prime dimostrazioni dell’unità di intenti che si sta creando tra le varie tifoserie danneggiate, se non altro moralmente, dal calcioscommesse. Sia i tifosi della Pro Patria a Lumezzane, sia quelli del Savona (impegnato in casa con il Gubbio) hanno infatti esposto uno striscione con lo stesso, identico messaggio: «Basta mafiosi, più rispetto per i tifosi».
Ma la solidarietà tra supporters non si ferma certo qui. Da qualche giorno infatti sono in corso continui contatti tra i tifosi organizzati di Pro Patria, Monza, Torres, L’Aquila, Savona, Barletta (solo per citare qualche squadra) con l’obiettivo di studiare iniziative comuni: «Il problema è generale, e non avrebbe senso reagire in maniera disorganica, ognuno per sé: è molto più utile essere compatti in questa battaglia per un calcio pulito e lontano dai mafiosi» spiegano gli ultras, che hanno già contattato degli avvocati per «far valere le nostre ragioni contro quello che consideriamo un vero e proprio sopruso nei nostri confronti».

I tifosi fanno davvero sul serio: «Stiamo studiando la possibilità di organizzare una class action contro i personaggi che hanno falsato così gravemente la regolarità delle partite, prendendo in giro il pubblico che ogni domenica sostiene con passione i propri colori».
Non solo: quando inizierà il processo a carico dei personaggi coinvolti in questa squallida vicenda, i tifosi si costituiranno parte civile. Per questa volta non ci sono rivalità che tengano: la battaglia per un calcio sano e pulito va combattuta in maniera compatta, ferma e naturalmente civile. Per restituire il calcio a chi lo ama, togliendolo dalle grinfie fameliche di faccendieri e personaggi addirittura legati alla criminalità organizzata.