L’assoluzione di Berlusconi cambia o no le carte nel centrodestra? Leggo pareri opposti dentro Forza Italia e tra gli alleati. C’è chi sostiene che Silvio, preso da entusiasmo, tornerà risolutamente in campo, e a quasi 80 anni sarà il candidato premier alle prossime elezioni. E chi invece dice che non lo potrà fare, per il semplice motivo che non ha più un partito. Però intanto la leadership di Salvini, che sembrava scontata nell’ipotetica coalizione di centrodestra, non sembra più così sicura, anche dopo l’imbarazzante caso Tosi. Cosa succederà?
Ester Crugnola
Neppure un mago, se esistessero i maghi, saprebbe rispondere. Si possono dire alcune cose, ovvie fino alla banalità. 1) Berlusconi continuerà più di prima a far politica, pur se non aveva mai smesso. Anzi. Fin qui, e fatto salvo il dietrofront dopo l’elezione del presidente della Repubblica, è stato il fondamentale alleato di Renzi per le riforme.
2) Salvini, che pensava di non avere più concorrenti nel centrodestra, se ne ritrova uno ingombrantissimo, e niente affatto disposto a tirarsi indietro. 3) Forza Italia era e resta spaccata, tra fedelissimi dell’ex Cavaliere, fittiani, verdiniani eccetera. Soprattutto fra antirenziani e filorenziani. Berlusconi, fatti due conti di convenienza aziendale, è tra i secondi. Un’opzione che peserà. 4) Il voto alle regionali non avrà molta importanza per il futuro del centrodestra. Lo avrà il voto al Senato sulla revisione costituzionale, che si terrà a urne chiuse. Lì verrà decisa la sorte della legislatura. Berlusconi ne avrà un vantaggio, se durerà fino al 2018.
5) A trarre un utile da tutto ciò si prepara Renzi. Si può discutere se sia bravo o no. Non si può discutere che sia fortunato.
Max Lodi