La fine della stagione del patto del Nazareno riporta in auge l’asse Forza Italia-Lega Nord. Una nuova intesa tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini sancita da una cena domenica sera ad Arcore, in cui sarebbero state poste le basi per un’alleanza da mettere in campo già nella prossima tornata amministrativa. Ma se nel partito azzurro l’intesa viene data per sicura, in casa del Carroccio si usa maggiore prudenza.
All’indomani dei comizi in Abruzzo e in Sicilia di Salvini, che continua così a perseguire ambizioni di leadership del centrodestra e alla vigilia della ripresa della maratona di votazioni alla Camera sulle Riforme, i due leader sono tornati a parlarsi dopo mesi di gelo e frecciatine reciproche. Da una parte Salvini ha messo sul piatto alcune richieste strategiche all’ex alleato, dall’altra Silvio Berlusconi ha voluto «certificare» il suo passaggio definitivo all’opposizione sul tema delle riforme. Una mossa che i due leader hanno voluto rendere pubblica, pur con sfumature diverse, e destinata ad aumentare la fibrillazione in Forza Italia oltre che ad incidere sul destino stesso delle riforme costituzionali, per approvare le quali, se la promessa verrà mantenuta, sarà necessario cercare nuovi equilibri. Berlusconi ha confermato a Salvini la posizione già espressa ieri: Forza Italia esce dalla maggioranza di Renzi sulle riforme. E il leader della Lega ha accolto con favore, seppur con cautela, quello che da sempre considera il requisito minimo per tornare a stringere un accordo a livello nazionale con l’ex alleato.
Renato Brunetta, capogruppo azzurro a Montecitorio, ha parlato di «alleanza a 360 gradi». «Visto che è saltato tutto, visto che è saltato il patto costituzionale, Forza Italia – ha detto ancora il presidente dei deputati di Fi – farà il suo mestiere di opposizione. E denuncerà la deriva autoritaria, denuncerà che questa riforma è inaccettabile». «Però adesso ricominciamo, come diceva il grande Troisi, da tre: ricominciamo con l’alleanza con la Lega, ricominciamo nella ricostruzione del centrodestra, ricominciamo con l’opposizione», ha concluso Brunetta.
Ma a sentire Salvini, che ieri ha riunito la segreteria politica della Lega, all’incontro di Villa San Martino non si è stretto nessun accordo. Il leader del Carroccio ha però messo sul piatto due elementi fondamentali: da una parte la richiesta di sostegno ai candidati leghisti alle imminenti elezioni regionali in Veneto, Liguria e Toscana; dall’altra il no secco a qualsiasi alleanza con l’Ncd di Alfano. «Non è un accordo a 360 gradi. Se ci fossero elezioni politiche domani mattina la Lega andrebbe da sola da sud a nord. L’accordo – ha aggiunto – lo facciamo sui programmi, non se qualcuno rompe con qualcun altro». Con Forza Italia di nuovo all’opposizione, «si può discutere».
Salvini ora vuole vedere gli ex alleati alla prova dei fatti, «sperando che l’opposizione duri almeno una settimana: Forza Italia la vediamo in Aula nei prossimi giorni» quando si voterà la riforma costituzionale (che contiene anche le competenze delle Regioni) ha spiegato, osservando che «è chiaro che chi voterà per ricentralizzare tutto nelle mani dello Stato non può pretendere di allearsi con la Lega».
La ricerca da parte di Silvio Berlusconi di una sponda in Matteo Salvini ha provocato subito ripercussioni interne in Forza Italia. Fra chi non ci sta a un nuovo centrodestra a trazione leghista («con Salvini leader perdiamo di sicuro le elezioni», ha ammonito Maurizio Gasparri) e chi, come Raffaele Fitto, non vuole che Salvini diventi un diversivo usato da Berlusconi per non affrontare la crisi di Forza Italia che il dossier Quirinale ha certificato. «Meglio tardi che mai. Purtroppo, però, – ha salutato il ritorno di Fi all’opposizione sulle riforme Fitto- la frittata è già stata fatta, e sarà difficile rivoltarla o comunque nobilitarla». A meno che, ha affermato ribadendo la sua richiesta a Berlusconi, non si realizzi l’auspicato azzeramento dei vertici: «Non è una questione di organigrammi ma un elementare tema di credibilità e decoro politico», ha sottolineato l’ex ministro.
Domani all’assemblea dei parlamentari di Forza Italia Berlusconi dovrà dunque dare più indicazioni. Comprese quelle sul rapporto con l’Ncd .