Il cuoco che «usava software dietologici» per scegliere il menù più appropriato per le pazienti. La terapeuta che «baciava sulla bocca» alcune delle ragazze “ospiti”. Il teatroterapeuta che invitava la giovane da curare ad allungare le mani per sincerarsi dell’onestà del proprio “affetto”. E «il prof» che trasformava le sedute psicologiche in passi da Bolero e occasioni per praticare l’autoerotismo. Raccontata così, in un collage delle testimonianze echeggiate ieri mattina nell’aula del tribunale dove si processa il guru dell’anoressia Waldo Bernasconi, SanaVita viene contrabbandata più come un postribolo che una casa di cura. Un’udienza ai limiti della “porte chiuse”, nella quale ha testimoniato anche una delle ragazze il cui racconto davanti ai finanziari era costato a ben tre imputati – lo stesso Bernasconi, Silvia Agoletti e Isaac George – l’accusa di violenza sessuale. Dichiarazioni ribadite anche ieri, davanti alla corte chiamata a giudicare il padre della teoria neoreichiana per la cura dei disturbi dell’alimentazione. Una terapia che, seguendo le dichiarazioni soprattutto delle ultime due testimoni di giornata, era incentrata sullo «sblocco sessuale». Una delle ragazze chiamate a rivivere i mesi trascorsi a SanaVita ha detto: «I colloqui all’ingresso sembravano le selezioni per
Miss Italia». E a un concorso di bellezza pensavano di essere finite in molte: «Una domenica ricordo che ci hanno sottoposto a un servizio fotografico. C’erano enormi specchi davanti ai quali noi dovevamo posare seminude e anche nude».Racconta una giovane romagnola, dopo aver ripercorso le terapie a luci rosse a cui era stata sottoposta: «Io mi sono sempre fidata di queste persone. Mi sono totalmente affidata a loro». E loro – ha riferito in aula – l’hanno curata a suon di: «Fammi vedere come ti tocchi». Oppure «facendomi strisciare per terra» mentre «le altre ragazze erano costrette a sputarmi addosso». Un’altra giovane, rimasta una settimana a Cascina Respaù, sul Baradello, ha parlato di un’esperienza da incubo: «Sono anche fuggita e mi sono persa nei boschi».Al termine dell’udienza il pubblico ministero, Mariano Fadda, ha annunciato l’intenzione di rinunciare a gran parte dei restanti testimoni, limitandosi alle giovani che si sono costituite parte civile e le cui dichiarazioni, in sede di inchiesta preliminare, è costata l’accusa di violenza sessuale per Waldo Bernasconi e alcuni altri imputati. Prossimo appuntamento in aula il 7 e il 12 luglio. Poi pausa estiva. Si riprenderà a ottobre.
s.bartolini
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