“Tra Sacro e Sacro Monte” celebra l’inno alla vita

Dal 7 al 28 luglio tornano i grandi appuntamenti della prosa italiana sotto le stelle. Chiodi: "Si torna alle grandi domande esistenziali dell’uomo". Si chiude il 28 con Massimo Popolizio.

Tutto pronto per la nuova edizione (la numero 13) di “Tra Sacro e Sacro Monte”, il festival di prosa pensato e diretto da Andrea Chiodi che si svolge, quest’anno, dal 7 al 28 luglio, e che rappresenta uno degli esperimenti culturali meglio riusciti nella città di Varese.

Tutti i giovedì di luglio andranno in scena nella magnifica cornice del Sacro Monte di Varese grandi artisti della prosa italiana.

Il direttore artistico Andrea Chiodi, annunciando il nuovo palcoscenico, che si sposterà dalla Terrazza del Mosè alla XIV Cappella, ha illustrato il tema del festival, “che quest’anno sarà Un inno alla vita in tempo di morte: si torna alle grandi domande esistenziali dell’uomo che da sempre ispirano la letteratura e l’arte, partendo dalle riflessioni sull’oggi”.

I 4 spettacoli di luglio

Primo appuntamento giovedì 7 luglio con Amen, scritto da Massimo Recalcati, diretto da Valter Malosti e con tre interpreti del teatro contemporaneo come Marco Foschi e Danilo Nigrelli per la prima volta al festival insieme a Federica Fracassi, più volte presente nei giovedì di Tra Sacro e Sacro Monte.

Il 14 luglio il festival continua con la figura che più di ogni altro ha cantato un inno alla vita: San Francesco, nel racconto originale di Giovanni Scifoni, noto attore romano che ha fatto dell’inno alla vita attraverso l’ironia un suo cavallo di battaglia e che porterà al festival lo spettacolo Mani Bucate.

Giovedì 21 sarà la volta di una delle giovani attrici e autrici più interessanti della nuova generazione del teatro italiano: Federica Rosellini, che debutta al Sacro Monte con un suo studio sulla figura di Hildegard Von Bingen.

Chiuderà il festival il 28 luglio Massimo Popolizio, che racconterà la figura di Pasolini a cent’anni dalla nascita; un omaggio del festival ad una figura che pur nella drammaticità del vivere ha sempre cercato come combattere la morte, non tanto come fine della vita ma come morte della ragione.