MARNATE – Un gesto d’amore, un atto di puro altruismo. Così è morto Matteo Scarabelli, 50 anni, domenica 25 maggio, alle Marmitte dei Giganti, tra Crodo e Premia, nel cuore dell’Ossola. Quando ha visto un amico in difficoltà nelle acque impetuose del fiume Toce, non ha esitato: si è tuffato per salvarlo. E ci è riuscito. Ma ha perso la sua stessa vita.
A raccontare la tragedia sono gli amici di sempre, stretti in un abbraccio di dolore attorno alla moglie Jessica e alle figlie Arianna e Melissa. «Matteo era un uomo meraviglioso. Generoso, presente, sempre pronto ad aiutare. È morto da eroe. Non ha pensato a se stesso, ha fatto la cosa giusta: salvare una vita», ricordano.
Tecnico informatico, sportivo, papà e marito amatissimo, Matteo non era nuovo all’ambiente montano: sciatore esperto, allenatore di calcio, uomo di compagnia e amante della natura. Quel giorno, con la sua famiglia e un gruppo di amici, stava trascorrendo una domenica serena in uno dei luoghi simbolo delle escursioni varesotte. Ma nel pomeriggio la giornata si è trasformata in tragedia.
Uno degli amici è scivolato ed è finito nel fiume. Matteo si è gettato in acqua per salvarlo. Insieme ad altri presenti è riuscito, con l’aiuto di rami, a portarlo in salvo. Ma Matteo non è più riemerso. Il dramma si è consumato sotto gli occhi straziati della moglie e delle figlie, che urlavano disperate: «Papà non morire».
I soccorsi sono partiti subito, ma ogni tentativo si è rivelato vano. La comunità di Marnate e tutto il Varesotto piangono oggi un uomo che ha dato tutto, fino all’ultimo respiro, per chi amava.
I funerali di Matteo Scarabelli saranno celebrati domani, alle ore 14.30, nella chiesa di Sant’Ilario a Marnate. È attiva una raccolta fondi destinata alle figlie Arianna e Melissa, per sostenere il futuro che il loro papà ha sempre cercato di rendere migliore, con la sua presenza, il suo esempio e il suo infinito cuore.