GAVIRATE – Pierluigi Talamona, 77 anni, è morto ieri pomeriggio in un tragico incidente stradale lungo la Strada Provinciale 1, al confine tra Gavirate e Cocquio Trevisago. L’uomo, ciclista esperto e campione del mondo Gravel nella categoria over 75, stava rientrando a casa a Inarzo dopo un allenamento, quando un’auto ha invaso la corsia opposta travolgendolo frontalmente.
L’impatto è avvenuto poco prima delle 17.30. La vettura, una Fiat 500 L guidata da una donna di 64 anni, stava salendo in direzione Cocquio quando ha improvvisamente sbandato verso sinistra, invadendo completamente l’altra corsia. Talamona, in discesa verso il lago di Varese, non ha potuto evitare la collisione: si è schiantato contro il muso dell’auto, sfondando il parabrezza e finendo sull’asfalto. I soccorritori, giunti rapidamente sul posto, hanno potuto soltanto constatare il decesso.
Le cause dello sbandamento dell’auto sono in fase di accertamento da parte dei carabinieri di Besozzo. Sono stati sequestrati entrambi i veicoli e il telefono della conducente, che è risultata negativa all’alcoltest. La donna, trovata in stato di choc all’arrivo dei soccorsi, è stata denunciata a piede libero per omicidio stradale.
Pierluigi Talamona era un volto molto noto nel mondo del ciclismo amatoriale. Tesserato con la Società Ciclistica Alfredo Binda, aveva partecipato a numerose competizioni internazionali, ottenendo risultati prestigiosi. Nel 2023 aveva vinto il titolo mondiale Gravel nella sua categoria in Veneto, dopo aver conquistato l’Europeo in Belgio. Aveva inoltre preso parte alla Transcontinental Race, una delle gare endurance più dure al mondo, con un percorso di 4.000 chilometri da Belgio a Turchia.
Non solo sportivo, Talamona era anche una figura di riferimento per la comunità di Inarzo, dove ricopriva il ruolo di presidente del centro sociale e si impegnava attivamente nel volontariato. Al momento dell’incidente, la moglie e la figlia si trovavano in Turchia per una vacanza, ed è lì che hanno ricevuto la notizia della tragedia. Stanno ora facendo rientro in Italia.
La sua scomparsa lascia un vuoto profondo non solo tra gli appassionati di ciclismo ma anche nella sua comunità, che oggi ne ricorda la passione, la determinazione e l’impegno umano.