Tre date per celebrare Gian Carlo Menotti, grande compositore e musicista varesino

Gli appuntamenti per far conoscere il lavoro "di uno dei compositori più grandi del secolo scorso", nato a Cadegliano Viconago e scomparso 16 anni fa: Le opere "Il Telefono" e "La Medium" il 3 marzo al Teatro Nuovo, il 5 al Dal Verme di Milano e il 9 al Politeama di Pavia

VARESE – Due opere, tre date, tre città per rendere omaggio al grande compositore e musicista varesino Gian Carlo Menotti, nato a Cadegliano Viconago e scomparso 16 anni fa. Il Progetto Menotti del Varese Estense Festival Menotti porta le opere “Il Telefono” e “La Medium” a Varese (il 3 marzo al Teatro Nuovo), a Milano (il 5 marzo al Teatro Dal Verme) e a Pavia (il 9 marzo al Teatro Politeama). Tre appuntamenti per far conoscere il lavoro “di

uno dei compositori più grandi del secolo scorso”, spiega Serena Nardi, ideatrice del Varese Estense Festival Menotti e regista delle opere. “Parliamo di un musicista di fama e valore internazionale al punto da essere definito da più studiosi l’erede di Giacomo Puccini. Menotti è stato capace di trasportare e adattare l’opera italiana al gusto americano; è stato autore dei suoi libretti, oltre che della musica; è stato regista delle sue opere e di quelle di altri compositori. Figura eclettica, coltissima, spesso in controtendenza nel panorama artistico, è stato il fondatore nonché direttore del Festival dei due Mondi di Spoleto e ha vinto due premi Pulitzer”. Le opere “Il Telefono” e “La Medium” vengono presentate in una “matrice” interamente varesina.

Prodotte da Varese Estense Festival Menotti con il patrocinio degli Amici del Loggione del Teatro alla Scala e di Fondazione Monzino, il sostegno di Regione Lombardia, Fondazione Comunitaria del Varesotto e Fondazione Cariplo e in collaborazione con Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, vedono la direzione di Serena Nardi (che ha curato anche le scene e i costumi) e la presenza dell’Orchestra Canova diretta dal maestro Enrico Saverio Pagano. “Eseguito per la prima volta a New York nel febbraio 1947, il dittico de “Il Telefono” e “La Medium” è di una lucidità tagliente; è espressione di quella profonda conoscenza che Gian Carlo Menotti aveva del genere umano e dei suoi vizi, sia che si trattasse di frivolezze sia di misfatti”, prosegue la regista. “In queste opere Menotti esplora due generi molto in voga negli anni Trenta e Quaranta: lo “sketch comico” ovvero il numero di avanspettacolo di puro intrattenimento (anche spesso declinato in forma musicale) e il genere cinematografico del “noir” con tutti gli ingredienti del caso: il disagio psicologico e sociale, la dark lady, le distorsioni, l’omicidio. La scelta di accostare commedia e tragedia diventa simbolo dell’incessante altalenare della vita umana, dalla gioia al dolore, dal riso al pianto. Sul palco ci sarà un cast guidato da una star internazionale quale Manuela Custer, accanto a giovani promesse della lirica italiana”. La prima, “Il Telefono”, è un’opera comica di un atto per la quale Menotti ha composto le musiche e il libretto nel 1947.

Racconta il surreale rapporto tra Ben e Lucy, ostacolato dall’ossessione di lei per il proprio telefono. “Affronta quindi un tema estremamente attuale, considerato quanto oggi siamo dipendenti dagli smartphone, declinato però in maniera leggera e divertente”, aggiunge Nardi. “La Medium”, invece, è un’opera drammatica in due atti composta nel 1946. “Parliamo forse dell’unico esempio operistico di genere noir che, partendo da una finta seduta spiritica, presenta una serie di eventi capaci di generare un susseguirsi di scene di grande suspence”.