«Tre ko per esaurimento, serve l’acquisto»: parola di Cavaliere

Renzo Cimberio: «Grazie Varese, il tuo abbraccio mi commuove. Gianmarco unico, vive dando tutto . Siamo corti e perdiamo per quello. Tirando troppo la corda, Kangur e Diawara alla fine scoppiano»

Domenica il PalaWhirlpool lo ha accolto con quel calore, grande e sincero, con cui si dà il bentornato a una persona di famiglia, a un compagno di viaggio affezionato e fedele, pronto a riprendere il proprio posto con lo stesso, immutato entusiasmo delle stagioni passate, anche se il marchio che campeggia sulle maglie quest’anno è Openjobmetis. Domenica Masnago ha ritrovato il Cavalier Renzo Cimberio. E il Cavaliere ha ritrovato la sua squadra, la sua gente, la sua Varese.

Posso dire di stare abbastanza bene. Ho ripreso a lavorare e, anche se non mi sento ancora al 100%, diciamo che siamo almeno intorno al 95%.

Sia dalla curva degli Arditi che da tutto il resto del PalaWhirlpool ho ricevuto un’accoglienza eccezionale, che non mi aspettavo e che mi ha davvero commosso (e la commozione traspare anche dalle sue parole, nel ricordare quel momento, ndr).

Assolutamente sì. L’affetto e l’amicizia sono indimenticabili e la nostra collaborazione prosegue anche quest’anno. Sono felice del rapporto stupendo che ho con tutti, a cominciare dal presidente, Stefano Coppa, e dalla vicepresidentessa, Monica Salvestrin. E poi ovviamente c’è Pozzecco, con il quale ho avuto modo di sentirmi più di una volta anche durante il periodo nel quale “non ero in forma”.

Gianmarco è un grande personaggio, diverso da tutti gli altri allenatori. È il tecnico giusto per Varese. L’entusiasmo che ci mette è incredibile, tant’è che domenica ho avuto persino paura che potesse venirgli un infarto, per come si agitava, soprattutto quando le cose hanno iniziato a girare per il verso sbagliato. Mi sono detto: “Speriamo che abbia un cuore sano”.

Premetto che ho avuto modo, grazie alla tv, di seguire tutti e cinque i match di campionato. Riguardo al più recente, devo dire di aver visto un primo tempo davvero positivo, giocato con grinta ed entusiasmo, anche se di fronte c’era un’avversaria tosta, da non sottovalutare, con quel Pascolo che mi ha fatto davvero un’ottima impressione. Certo che, però, sul +16…

Ero onestamente convinto che l’avremmo portata a casa e con tutta tranquillità, perché fino a quel momento eravamo stati superiori. E poi invece…

Io dico che la molla, che alla fine del secondo quarto era tirata al massimo, dal terzo in poi è andata scaricandosi, fino ad esaurirsi. Non c’era più benzina. E quando si è stanchi, si perde in lucidità e i riflessi calano. Questa è una squadra esperta, ma tutto ciò comporta che si debba necessariamente fare i conti anche con l’età dei giocatori. Non si può pretendere che giochino tutti i 40 minuti con la stessa freschezza. Prendete Kangur, per esempio…

Appunto. Io, che me lo ricordo bene qui a Varese nella sua precedente esperienza, dico che oggi è diventato ancora più forte di allora. Ma quei 55 minuti giocati contro Reggio Emilia gli sono costati carissimi. E lo stesso vale per Diawara: non l’avevo mai visto così, è diventato un mostro di bravura. Ma io penso che non si possa pretendere che Kuba vada avanti così…

E quindi io penso che questa squadra sia corta. Ci vuole assolutamente un giocatore in più, perché non possiamo permetterci di avere il fiato corto già a questo punto del campionato. Non possiamo permetterci di spremere fino a questo punto, ogni volta, chi va in campo. Tocca certamente alla società capire in quale ruolo sia meglio inserire un ulteriore elemento, ma sono convinto che la cosa vada fatta. Altrimenti la lucidità viene a mancare e si perdono le partite, com’è successo anche contro Reggio Emilia e Venezia.

Il Poz non può essere fisicamente in campo o entrare in diretta nella testa dei giocatori. Bastava un falletto e forse le avremmo vinte entrambe. Ma è mancata proprio la lucidità.

Come siamo ora, trovo difficile la qualificazione alle Final Eight di Coppa Italia. Meglio forse concentrarsi direttamente sui playoff: è un traguardo più abbordabile, se la società sceglierà di intervenire.

Pozzecco deve riuscire, com’è in grado, a fare da collante fra i giocatori, affinché non prevalgano pessimismo e sconforto. Bisogna assolutamente fare in modo che quell’armonia e quell’entusiasmo che c’erano non si disperdano.