Tumori: chemio e radioterapia meno efficaci nei fumatori

Fumo killer: ormai non ci sono più dubbi sule sue responsabilità nei casi di tumore ai polmoni o al cavo orale. Ma i danni vanno anche oltre: come spiega l’esperienza maturata dal Gruppo per la prevenzione dei danni da fumo dell’Istituto Nazionale Tumori (Int) di Milano, dove è attivo uno specifico ambulatorio, il fumo ostacola anche le cure contro la neoplasia.“Occupandoci di cancro – spiegano gli esperti dell’Int – abbiamo letto decine di studi che hanno confrontato l’andamento della malattia di pazienti che avevano continuato a fumare nonostante la diagnosi di tumore con quelli che avevano smesso. E i dati sono gravemente penalizzanti per i fumatori affetti da tumore polmonare o della testa-collo, ma anche nel caso del tumore della vescica, renale, della prostata e della cervice, dei linfomi Hodgkin e non-Hodgkin, e delle pazienti fumatrici con tumore mammario”. Il “vizio”

infatti ha conseguenze anche sull’intervento chirurgico: l’essere fumatori può aumentare le complicanze respiratorie, c’è il rischio maggiore che le ferite s’infettino e la guarigione è più lenta. Ma ciò che è peggio è che il fumoriduce gli effetti anticancro della chemioterapia. “Il tabacco sembra inibire il potenziale del cisplatino nel determinare la morte delle cellule tumorali, mentre alcune nuove sostanze anti-cancro riescono a dare una risposta eccellente solo nelle persone che non hanno mai fumato. Ancora, il fumo esacerba alcuni importanti effetti collaterali della chemioterapia e richiede ancora più attenzione alla cura del cavo orale”. E anche la radioterapia trova un nemico nelle sigarette: infatti, “le cellule poco ossigenate sono meno sensibili alle radiazioni – concludono gli esperti – e il monossido di carbonio introdotto nell’organismo con le sigarette va proprio a diminuire l’ossigenazione dei tessuti e quindi l’efficacia terapeutica delle radiazioni”.

u.montin

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