Il fenomeno del turismo dentale è presente anche in provincia e coinvolge perlopiù persone che necessitano di interventi, di solito odontoiatrici ed estetici, e vengono allettate dalle proposte low cost offerte da studi esteri. Per capire la portata del fenomeno, i pro e i contro, abbiamo chiesto un parere a , presidente dell’Albo Odontoiatri dell’Ordine dei Medici della provincia di Varese. «Non si può considerare il fenomeno senza considerare le attuali derive di mercato. Nella sanità si è spostata l’attenzione da “A chi affido la mia salute?” e “Dove pago meno?”. Come se tutto si riducesse al cartellino del prezzo. E questo ha portato alle storture che, malauguratamente, stiamo osservando».«I pericoli che abbiamo a volte verificato in pazienti che si rivolgono a realtà estere nella ricorsa al risparmio sono svariati», continua il presidente dei dentisti. «Non sappiamo quali siano le normative che regolano i controlli, ad esempio, sui percorsi di sterilizzazione, né quali possano essere i materiali utilizzati… È intuitivo come un’automobile in Croazia o Slovenia non costi il 50, ma neanche il 25% meno che in Italia, quindi se i materiali fossero realmente gli stessi… Indicativo il fatto che nelle sale di attesa si incontrino solo concittadini: i dentisti esteri che lavorano bene ci sono, hanno la propria clientela e non hanno bisogno di cercare pazienti all’estero: queste strutture sono create ad hoc. Problemi grossi nell’assistenza post cure: se si verifica un problema, come lo svitamento di un lavoro su impianti, sarà difficile trovare qualcuno che possa risolvere l’inconveniente». «Ma questo è corretto: infatti, se un dentista mette mano al lavoro di un altro
se ne assume giuridicamente la responsabilità, senza aver condiviso la progettualità o le scelte terapeutiche correndo gravi ed ingiustificati rischi. Con i tempi biologici non si scherza! Se necessitano 20 giorni per guarire una frattura, non sempre è possibile accorciare i tempi terapeutici». «In Italia le prestazioni non si pagano a seduta e quindi “allungare i tempi” non rappresenta un maggiore guadagno (casomai il contrario), ma il rispetto della biologia. Tutto e subito, insomma, non funziona. Non confondiamo l’accuratezza delle terapie con altro». Soprattutto nelle grandi riabilitazioni, è essenziale «verificare nel tempo che tutto funzioni al meglio; e non certo in due sedute. Molto spesso abbiamo notato una deriva verso trattamenti troppo invasivi. Per fare tutto e subito si sacrificano denti che avrebbero potuto continuare a masticare in favore di estrazioni indiscriminate e dentiere avvitate su impianti». «Una cosiddetta all on four (un’arcata avvitata su quattro impianti) spesso rappresenta una buona scelta terapeutica, ma il rischio è che diventi l’unica: anche quando non è indicata». «E se qualcosa non funziona? In Italia è sicuramente possibile rivolgersi agli Ordini dei Medici Chirurghi edOdontoiatri, o alla Giustizia, ma all’Estero che tutela si ha? In caso di problemi si rischia di rimanere con una “garanzia” che vale quanto il foglio sulla quale è stampata. In tal caso il malcapitato dovrà sottoporsi a ulteriori spese per recuperare la propria salute orale. Oltre al danno, insomma, anche la beffa. Il messaggio finale è sicuramente quello di non investire nei “viaggi della speranza” ricordiamoci che in Italia, ed in particolare in Lombardia, abbiamo l’eccellenza… che non è poi così cara».