Solitamente i tormentoni hanno il sapore dell’inizio della stagione estiva, ma quest’anno assieme al 75mo Festival della Canzone Italiana di Sanremo è arrivato il tormentone dell’inverno. E così Sanremo si farà ricordare innanzitutto per la sua sigla, lanciato come jingle promozionale nei giorni precedenti la gara, e che stranamente non menziona nel titolo il nome di Sanremo. Ma è «Tutta l’Italia, tutta l’Italia», un mix perfetto tra musica popolare nazionale (come sottolineano le fisarmoniche nella linea melodica del ritornello, NdR) e discomusic anni duemila, con il grande Gabry Ponte alla consolle, autore della canzone, ex Eiffel 65 e marchio dop di garanzia di successo in musica.
Ma a sorpresa (ma non troppo per chi segue il compositore 46enne da qualche tempo) appare in finale il gallaratese Andrea Bonomo, voce e co-autore di Tutta l’Italia assieme a Gabry Ponte ed Edwyn Roberts. Sul palco dell’Ariston per l’esibizione di apertura della finalissima Bonomo indossava una maschera da cerusico veneziano.
Bonomo si era già presentato in gara a Sanremo nel 2008 nella categoria “Giovani”, ma era passato poi alla carriera autoriale componendo testi per Eros Ramazzotti, Nek, Dargen D’Amico, Bugo e perfino la grande icona Loredana Bertè.