Anche a Varese spopola il «Geocaching», la caccia al tesoro mondiale. I giardini Estensi e il Sacro Monte sono i luoghi preferiti per seppellire i tesori.
Giocare è semplice. Per scaricare le mappe basta andare sul sito www.geocaching.com e selezionare il territorio da esplorare. Appariranno le coordinate Gps dei luoghi dove sono nascosti i «bauli preziosi». Nella maggior parte delle volte si tratta di scatolette – grandi, piccole, magnetiche, di legno, di plastica e chi più ne ha più ne metta – che contengono fogli su cui lasciare una traccia del proprio passaggio. Alcuni «forzieri» sono davvero nascosti, cosa che rende più divertente la ricerca. Altre sono un vero e proprio premio, perché per essere trovate richiedono di scalare montagne o di risolvere enigmi. Alcune sono sotterrate o si mimetizzano con l’ambiente.
Una caccia al tesoro per persone nostalgiche dei romanzi di avventura o un modo anticonvenzionale di esplorare il territorio? «Io ho iniziato ad appassionarmi al Geocaching grazie al passaparola – racconta Federica Guglielmi, trentenne residente a Morazzone – Grazie a questo gioco, che è anche una bella scusa per fare gite con gli amici, ho scoperto che il Belvedere di Azzate, con il tramonto, diventa stupendo».
Il Geocaching consente di fotografare l’identità di chi gioca. A Varese, per esempio, la maggior parte dei nomi sono tedeschi. Non ultimo, il Geocaching anche un ottimo modo di intrattenere i bambini. Tanto è vero che alcune mappe chiedono di portare un giochino che verrà lasciato ai piccoli esploratori che arriveranno dopo (questo è l’unico «premio», in tutti gli altri casi il tesoro consiste nella soddisfazione di aver «risolto» la mappa).
Federica, solo nella provincia, ha già trovato 34 scatolette. Ma in tutto il mondo ce ne sono milioni. Oggi la giovane partirà per la California: «Mi divertirò a cercare queste scatolette, approfittandone per scoprire luoghi che di solito rimangono esclusi dai circuiti turistici».
e.marletta
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