– Quattro persone trasportate al pronto soccorso di Varese per intossicazione etilica, in meno di 12 ore. Serata impegnativa quella a cavallo tra il 2 e il 3 di gennaio per gli operatori del 118: in città c’è stato ancora chi ha alzato troppo il gomito fino a perdere i sensi. I quattro interventi si sono concentrati in centro città, tra corso Matteotti e l’aria adiacente le stazioni. Questa volta a perdere il controllo per abuso di sostanze alcoliche sono state persone non più giovanissime, con un’età compresa tra i 25 e 40 anni. Tra di loro anche una donna.
Gli adulti sbronzi sono «una costante» al pronto soccorso dell’ospedale di Circolo, tanto che per i medici la loro presenza non è più una novità. Soprattutto durante le festività e i fine settimana. «Non sono tantissimi, ma ogni weekend capita qualche caso – spiega , direttore dell’unità operativa di emergenza-urgenza – In concomitanza con la notte di San Silvestro da noi sono state portate quattro persone, due giovanissimi sono stati invece trasportati al Del Ponte. Ci sono anche dei weekend dove al pronto soccorso arrivano 5-6 pazienti che hanno abusato con l’alcol». Il tasso alcolemico più alto registrato è di 2,95, quasi sei volte il massimo consentito dalla normativa per chi deve guidare. Tutti gli intossicati si sono fortunatamente ripresi e sono stati dimessi nella mattinata di ieri. Secondo i medici «tutte le situazioni si sono risolte in modo positivo. Non ci sono stati casi di particolare gravità. Anzi, in questo fine settimana si è trattato solo di abuso alcolico: normalmente, oltre all’intossicazione etilica, queste persone sono anche sotto l’effetto di qualche pasticca».
«L’impressione è che ci sia stato un innalzamento dell’età tra coloro che arrivano ultimamente al pronto soccorso per gli effetti collaterali legati all’abuso di alcol – osserva ancora Perlasca -L’età media si aggira tra i 40 e i 45 anni. Si tratta, spesso, di italiani e non di stranieri, e anche tra le donne il problema sembra aver preso piede. Diciamo che non c’è più distinzione di genere, come poteva esserci una volta: il numero di pazienti che arrivano da noi in palese stato di ubriachezza si equivale tra gli uomini e le donne». Gli adulti di mezza età che abusano di
sostanze alcoliche possono essere classificati in due categorie: le persone che hanno iniziato a consumare tali sostanze da giovani (precoci) oppure in età più avanzata (tardive). Chi ha iniziato precocemente di solito ha fatto uso di sostanze per molto tempo e fino all’età matura. Chi consuma alcol in età avanzata, invece, inizia solitamente a causa di eventi di vita stressanti. Primo fra tutti la perdita del lavoro, con tutte le conseguenze collegate a questo stato, tra cui le difficoltà di arrivare a fine mese. In altri casi a scatenare l’abuso alcolico è la separazione dal coniuge, l’isolamento sociale o un lutto.
Per quanto riguarda le donne, gli esperti definiscono la loro abitudine all’abuso di alcol come alcolosi o nevrosi alcolica, caratterizzata da preferenza per gli aperitivi, i liquori forti e il consumo saltuario, spesso solitario e dissimulato. Le ubriacature sono frequenti e atipiche. «Quando arrivano da noi al pronto soccorso – continua Perlasca – quello che possiamo fare è fargli passare la sbronza. Gli si fa qualche flebo e si attende che l’effetto dell’intossicazione svanisca, per poi dimetterli. Le festività non sono ancora finite, ci aspettiamo nuovi casi nei prossimi giorni e in occasione dell’Epifania».