Un altro successo per Comerio Paga le aziende a velocità record

Se non è un record poco ci manca. Il Ministero dell’Interno in questi giorni, ha certificato ufficialmente in 17 giorni, il tempo medio dei pagamenti effettuati dal Comune di Comerio nell’anno 2013, nei confronti dei propri creditori.

Numeri da fare invidia anche alle più efficienti aziende private, figuriamoci tra le amministrazioni comunali. Molto soddisfatto il sindaco , che di professione fa l’imprenditore, il quale però vuole fare una premessa. «L’ottimo risultato dei 17 giorni viene fuori sulla base dei dati sui pagamenti richiesti dal ministero – precisa il primo cittadino – può darsi che questo termine sia stato superato in altre voci, fermo restando però il termine dei 30 giorni. Accetto sfide al riguardo, anche da parte di aziende». Un risultato molto importante, che dà fiducia e una piccola iniezione di liquidità all’economia locale. «Ho sempre sostenuto che un Comune vada gestito come una sorta di piccola azienda – prosegue Aimetti – partendo dall’eliminazione degli sprechi e dalla spending review, come anche noi stiamo facendo e proseguendo poi nella puntualità dei pagamenti». Il Comune di Comerio ha toccato cifre record. «Negli ultimi tre anni, da quando ci siamo insediati – afferma il sindaco – abbiamo ridotto la spesa del 12% al netto dell’inflazione». L’esempio deve arrivare dal settore pubblico e anche i Comuni possono fornire un contributo fondamentale per il rilancio dell’economia. «Si deve partire dal basso – dice Aimetti – i piccoli Comuni possono dare un contributo straordinario alla ripresa, dando liquidità alle imprese che hanno lavorato per l’amministrazione».

Comerio sta ragionando ora sulle aliquote da applicare alle tasse comunali; anche in questo caso, il filo conduttore è la gestione aziendale della cosa pubblica. «Se al pagamento delle tasse corrispondono servizi di qualità come nel caso di Comerio non ci sono problemi – conclude Aimetti – anche mettere una piccola tassa proporzionata sulla prima casa, come avviene in tutti i Paesi europei, non deve essere un tabù».n M. Fon.

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