«Un anno di punizione. Ma lo rifarei ancora oggi»

Quel giorno al vigorelli - Maria Merlo e il suo 24 giugno 1965, unico concerto in Italia dei Fab Four

I Beatles al Vigorelli di Milano. Era il 24 giugno 1965, 51 anni fa. «Avevo deciso di festeggiare così i miei 15 anni. Quello era il mio compleanno vero. Io sono nata il 24 giugno, ma era domenica. L’anagrafe apriva il lunedì e mi registrarono il 25 giugno. Ma mi sono sempre fidata di mia madre, che ha sempre spiegato di aver partorito 24 ore prima. E così con le amiche Carla, Mariangela e Fausta decisi: compleanno con i Beatles.

Non ne ebbi mai più uno così». ha 66 anni e di quella fuga da casa, per poche ore, per sentire i Beatles al Vigorelli di Milano, ricorda tutto. Dalla punizione «durata un anno e qualche sberla da mio padre quando fui scoperta, al ritorno», a quella mini gonna «di velluto bordeaux. Pesante, invernale. Ma era la sola minigonna che possedevo all’epoca. E volevo essere contro, volevo essere alla moda. Morii di caldo per tutto il giorno». Maria ricorda anche il costo del biglietto: «Mille lire. Sugli spalti. Con i Beatles piccoli, piccoli sullo sfondo. Ma quello da duemila lire non potevo permettermelo».
Altri tempi, a 16 anni lavoravi, ma davi tutto in casa e «il sabato aiutavo Carla, la mia amica parrucchiera, facevo gli shampoo, e in cambio avevo la messa in piega gratis. Ma quelle mille lire me le diede mia nonna Antonia». , nata a fine ’800, contadina, madre del padre contrario ai “capelloni” che fu . La nonna che Beatles non lo sapeva dire ma che adorava la nipote. «Mi diede quei soldi – racconta oggi Mariuccia – e ebbi il biglietto. Non restava che pianificare la fuga. All’insaputa di tutti. Vado all’oratorio, dissi. Nessuno obiettò nulla anche perchè la famosa minigonna era nascosta a casa di Carla, la mia amica». Arrivarono a Milano in pullman. E poi? Al Vigorelli chi ci era mia stato? Le quattro ragazze fecero una cosa folle: «Nel ’65 si poteva. «Seguimmo a piedi tutti quelli che ci sembravano giovani e fan dei Beatles – ricorda Mariuccia – E arrivammo al Vigorelli, perchè quel giorno andavano tutti lì». La scaletta? «Non la ricordo – dice Maria sorridendo – c’erano 7 mila ragazzi. Uno cadette dagli spalti e morì, ma non era come oggi. Lo sapemmo il giorno dopo dai giornali. C’erano 7 mila ragazzi più quattro che cantavano e ballavano insieme. Mi sembrò che potessimo cambiare il mondo. E forse fu così».
La storia del ritorno è in salita. «Arrivai che erano quasi le 21 – racconta Maria – a casa mia alle 19 c’era il coprifuoco. Fui nei guai per un anno. Ma lo rifarei. Subito». A distanza di anni, nel 1999 Maria è andata a Londra «Penny Lane, il Cavern – spiega – I Beatles sono la colonna sonora della mia vita. Sono sempre giovane con loro». Beatles preferito? «Due: Harrison e Paul McCartney». E Lennon? «Troppo snob, quello sarebbe piaciuto a mia figlia». Canzoni preferite? «Yesterday e Michelle – aggiunge Maria – a voi non sembreranno rivoluzionarie. Ma per noi lo furono». Ultima nota: «Mia nonna, anni dopo, mi diede 3 mila lire per comprare il cappello dei Beatles nero, con piccola visiera. Vi cucii le mie iniziali: M.M. E i miei fratelli ancora oggi mi chiamano Metropolitana Milanese».