BUSTO ARSIZIO Agesp Trasporti contro Comune, ancora una volta. Come Kramer contro Kramer, una guerra in famiglia che non trova tregua. Sembra non aver mai fine il contenzioso “fratricida” generatosi ai tempi in cui la società di trasporto pubblico era detenuta in maggioranza dal Comune di Busto Arsizio.
Nelle scorse settimane Agesp Trasporti, oggi entrata a far parte della galassia Stie dopo la cessione della quota pubblica del 60%, ha promosso un nuovo ricorso al Tar della Lombardia per chiudere il pasticciaccio del costo sociale del trasporto pubblico. Un complicato contenzioso che si trascina ormai da prima del 2005, quando l’allora Agesp Trasporti ricorse al tribunale amministrativo per vedersi riconosciuto dal Comune il costo sociale del trasporto pubblico, ovvero la differenza tra i massimali tariffari fissati dalla Regione e le tariffe effettivamente applicate a Busto Arsizio.
«Da un punto di vista giuridico su questa vicenda non si è mai fatta veramente chiarezza – sostiene l’assessore agli affari legali del Comune di Busto Mario Crespi – la sentenza del Tar a cui Agesp Trasporti fa riferimento nel nuovo ricorso non aveva di fatto dato ragione a nessuno dei due contendenti». Non la vede allo stesso modo l’amministratore delegato di Stie Pierluigi Zoncada: «La sentenza impose al Comune di ottemperare agli aumenti delle tariffe (che sono entrati in vigore dal luglio 2007, ndr) ma anche di fare le verifiche sul pregresso. Chiediamo che ci venga dato quanto ci spetta dopo che furono bloccate le tariffe in base agli impegni presi ai tempi della gara per la privatizzazione, quei soldi andrebbero per il 60% ad Agesp, allora azionista di maggioranza della società, e in parte sarebbero investiti per migliorare la qualità del servizio di trasporto pubblico urbano, sempre a corto di risorse».
Andrea Aliverti
m.lualdi
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