Un milione di euro a Jerago Regalo della vedova Daccò

JERAGO CON ORAGO Un regalo da un milione di euro per risistemare il centro «La Madonnina». Con le casse comunali vuote, ci pensa la signora Celestina Pasquali, detta Cele, classe 1919, residente a Lugano, vedova dell’industriale Aldo Daccò, ex patron della «Liasa» di Orago: una sua donazione liberale permetterà al Comune di realizzare un poliambulatorio specialistico per anziani e un parco pubblico nell’ex presidio Asl dismesso di via Moncucco ad Orago. «Saranno intitolati ad Aldo e Cele Daccò – spiega il sindaco di Jerago con Orago Giorgio Ginelli – seppur ad anni di distanza dalla scomparsa del dottor Daccò (datata 1975, ndr), il legame viscerale tra impresa e territorio che fa della nostra realtà un “unicum” a livello europeo, permettono alla comunità di crescere e di superare le croniche problematiche dei bilanci pubblici soffocati dai vincoli del patto di stabilità». La donazione, in tutto circa un milione di euro, è nel nome di Aldo Daccò, un personaggio unico nella ricca storia imprenditoriale del paese delle partite Iva: originario di Gaggiano, da self-made-man fondò negli anni ’60 la «Liasa» ad Orago, azienda che si specializzò nelle fusioni in bronzo per l’industria automobilistica. L’impresa ebbe un successo tale da dare lavoro fino a 200 dipendenti ma anche da garantirgli notorietà internazionale: Daccò fu presidente della società italiana di metallurgia, ebbe una laurea honoris causa all’università di Ferrara, ma fu anche amico personale di Enzo Ferrari e campione europeo di motonautica. Un capitano d’industria di una volta e un imprenditore illuminato, che aveva un ottimo rapporto con i suoi operai, a cui procurava la casa oppure raddoppiava lo

stipendio nel giorno dell’onomastico. E che faceva della filantropia una peculiarità, tanto che nel 1972 donò al Comune di Jerago con Orago 4.500 metri di terreno per costruire il «Centro Medico La Madonnina», che fino agli anni ’90 ospitò il presidio Asl, prima di essere riconvertito ad asilo nido. Dal 2005, traslocato il nido, lo stabile è dismesso e fatiscente: vani, causa ristrettezze di bilancio, i tentativi finora intrapresi dalle ultime due amministrazioni per una riqualificazione. Fino a che l’idea di un centro polispecialistico per anziani non è stata sottoposta alla vedova Daccò, ancora legata a Orago nel cui cimitero è sepolto il marito. «La signora Cele, il cui impegno sociale è notevole anche nel Canton Ticino dove finanzia due fondazioni per lo studio delle malattie rare e per il sostegno all’università di Lugano, è rimasta favorevolmente colpita dal progetto preliminare elaborato dal nostro ufficio tecnico – racconta il sindaco Ginelli – e ha deciso di sposare la causa grazie a una lungimirante benevolenza e ad una straordinaria generosità». E così, la signora ha deciso di costituire ad hoc la «Fondazione Aldo e Cele Daccò per il progresso» con sede a Lugano, che ha commissionato all’architetto Maurizio Mazzucchelli di Morazzone il progetto definitivo/esecutivo a sue spese e ha donato la cifra necessaria (922 mila euro) per realizzare l’intervento di ristrutturazione, in cambio dell’intitolazione del centro e del parco pubblico ad Aldo e Cele Daccò e della manutenzione della tomba di famiglia da parte del Comune. La donazione verrà ratificata in un consiglio comunale straordinario al quale parteciperà anche la 91 enne benefattrice.Andrea Aliverti

s.bartolini

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